Calcio dilettanti, squalificati otto presidenti

Le loro squadre hanno partecipato a tornei senza l’autorizzazione Figc

Un pallone da calcio (Foto Ansa)

Un pallone da calcio (Foto Ansa)

Prato, 14 settembre 2019 - Pioggia di squalifiche per dieci presidenti e undici società calcistiche dilettanti pratesi. Le inibizioni sono tutte di due mesi (tranne in un caso, per ottanta giorni), mentre le multe vanno dai 200 ai 400 euro. La vicenda nasce da un esposto arrivato in federazione a Prato e firmato da un dirigente di una società della provincia pratese. Nella segnalazione si faceva notare come «fra gennaio e marzo 2018 undici società pratesi» avessero «partecipato a tornei giovanili senza l’autorizzazione federale». Stiamo parlando di una sorta di nullaosta della federazione, col quale si dà il via libera all’organizzazione dei tornei giovanili o dei dilettanti. L’esposto è stato trasmesso alla procura federale, le cui indagini hanno portato alle squalifiche pubblicate nell’ultimo bollettino ufficiale della Figc.

Lo stop di due mesi è arrivato per i presidenti Andrea Andreini (Galcianese), Lucio Cardinale (Prato Sport), Antonio Ciriello (amministratore delegato del Jolly Montemurlo), Roberto Degl’Innocenti (Prato Nord), Rosario D’Orsi (Mezzana), Andrea Fiaschi (Cf 2001), Ferdinando Fusco (San Giusto), Sauro Ravai (Viaccia) e Carmine Valentini (Zenith Audax). Per quello del Coiano Santa Lucia, Roberto Macrì, lo stop è di ottanta giorni. Non è stato giudicato invece quello che all’epoca era il presidente della Valbisenzio Academy perché nel frattempo non risulta più tesserato.

Multate per 200 euro anche tutte le società in questione, fatta eccezione per la Valbisenzio Academy che ha preso una sanzione di 400 e del Coiano Santa Lucia che dovrà pagare 266 euro. «E’ assolutamente vietato partecipare a tornei non autorizzati – spiega Massimo Taiti, vicepresidente della Figc Toscana – Al massimo si può effettuare un allenamento, ma non un’amichevole o un torneo vero e proprio con arbitri federali. L’autorizzazione è un atto formale, che non costa niente ma è obbligatoria. Nel caso specifico tutti i presidenti hanno patteggiato, ottenendo poi il minimo della pena. Adesso non potranno andare in panchina per i due mesi in questione, non potranno recarsi negli spogliatoi o firmare atti, tesseramenti, reclami o infine partecipare alle riunioni federali».