Biffoni, un saluto da rockstar: "Ora la nostra città è avanti. Siamo un riferimento in Europa"

Il bilancio di fine mandato del sindaco in un Metastasio pieno, tanti sono rimasti fuori. Video, applausi, battute e la sorpresa della chitarra in regalo. "So che cosa fare dopo il 9 giugno".

La prospettiva dopo giugno è una vita da Matteo, dopo dieci anni da Biffoni, da sindaco Biffoni. Quel Matteo che, parole sue sul palco del Metastasio ieri sera, durante il saluto alla città dopo dieci anni da primo cittadino, è riuscito comunque ad essere andando a "vedere il Prato in curva Ferrovia o i figli giocare a calcio". Adesso ci saranno altri due mesi pancia a terra, da sindaco fino all’ultimo minuto, prima di lasciare a chi vincerà le elezioni comunali una città "con un’identità definita e piena di orgoglio", una città europea capace di raccontarsi anche fuori non più "come un Calimero, smarrita" dopo la tragedia del Teresa Moda del 2013, ma presa ad esempio "in Italia e a livello internazionale sull’economia circolare, sulla forestazione urbana, sulle politiche per l’immigrazione".

E’ questo il risultato più importante che il sindaco Biffoni ha rivendicato ieri sera al Met davanti ad un teatro pieno, riempito lentamente per smaltire con ordine la lunga fila che si è creata subito dopo le 20, fila peraltro non esaurita nemmeno dopo l’inizio della serata, con tantissime persone rimaste fuori. "Prato è avanti", diceva lo schermo dietro di lui, "Prato è avanti" ha rivendicato Biffoni chiamando sul palco i suoi assessori, elecando via via i progetti portati avanti in questi anni e sottolineando il valore della squadra, con la città capace di superare le spigolosità della sua natura da "cintura nera di polemiche".

Ad ascoltarlo tutti i big del Pd, a partire dal governatore Eugenio Giani, i leader delle associazioni di categoria, gli amici di sempre, i fedelissimi e tanta gente comune, quella che a Matteo, come a Biffoni, non ha mai negato un incoraggiamento, un apprezzamento o una critica incontrandolo per strada o al bar.

"Il clima cittadino è migliorato e questo aiuta anche a vendere più pezze", la frase di Biffoni che riassume una strategia del racconto della città che ha attirato critiche ma che lui ha rivendicato con forza, come la scelta dell’assessore all’urbanistica Valerio Barberis e certe "decisioni scomode ma coraggiose" che ora fanno "esistere Prato" anche per le politiche verdi.

"Dopo il Teresa Moda si raccontava solo un pezzo di noi, adesso ci si stupisce dei tanti turisti", ha detto Biffoni non nascondendo che ci sono ancora "tanti problemi da risolvere. Il mio più grande rimpianto – ha aggiunto a margine della serata – è non essere riuscito a far capire a Roma la specificità di Prato. Penso al tribunale, al dimensionamento della questura o dell’ispettorato del lavoro".

Il primo risultato rivendicato sul palco sono stati i 10 milioni di euro ottenuti dal governo Draghi "per la prima volta nella storia". Poi slide, video e applausi nel ripercorrere le tappe del lungo viaggio al governo, con gli assessori a darsi il cambio focalizzando via via le principali cose fatte, dai progetti finanziati con i 75 milioni del Pnrr alla sicurezza stradale. Sul palco sono stati ricordati anche i progetti per il centro, le scuole, i giardini. Uno degli applausi più sentiti per il vice sindaco Simone Faggi, definito da Biffoni "l’amministratore che ogni città dovrebbe avere". Faggi ha ricordato, elogiando la protezione civile, le tre le grandi crisi affrontate dall’amministrazione in questi dieci anni: la tempesta di vento del 2015, poi il Covid nel 2020, infine l’alluvione del 2023. "Il Covid è stata forse la sfida più difficile – ha detto Biffoni – all’inizio non c’erano riferimenti. Tutti si aspettavano che saremmo stati il focolaio d’Europa e invece abbiamo resistito". Applausi e risate ricordando l’ormai immortale "Veronichina". La ripartenza dopo la tempesta di vento e l’alluvione sono altri momenti di orgoglio ("Ma da Roma non abbiamo ancora visto un euro"). Spazio poi alla lotta per la sicurezza sul lavoro, per la difesa delle donne e dei bambini, in un finale in crescendo dove non sono mancate nemmeno le battute. Biffoni ha chiuso poi il cerchio con la tormentata decisione di candidarsi, da parlamentare, dieci anni fa: "La scelta più intelligente che potessi fare. E’ stato tutto bellissimo". Tante parole di amore per Prato e per i pratesi, poi prima del congedo finale ecco il regalo inaspettato. "Hai sempre voluto essere una rockstar, adesso puoi farlo", gli ha detto il presidente del consiglio comunale Gabriele Alberti consegnandogli una chitarra. "Noo... grazie... Adesso so cosa fare dopo il 9 giugno", ha risposto Biffoni fra il commosso e il divertito. Del suo futuro aveva parlato anche prima di salire sul palco davanti a Ilaria Bugetti, chiamata dal Pd a raccoglierne il testimone alle elezioni: "Darò una mano ad Ilaria, ma non ha bisogno di consigli. Io mi riposerò, non ho ansia da poltrona. La politica mi piace, se verrà fuori un’opportunità che mi convince ci sarò. La prossima scadenza riguarda il consiglio regionale, ma c’è tempo". Prato è avanti, però ora c’è anche una chitarra da suonare.

Leonardo Biagiotti