
Leonardo Menichini riflette sulla stagione con il Pontedera, evidenziando successi e sfide. Pronto per il prossimo campionato.
Con le 30 partite alla guida del Pontedera (11 vittorie, 8 pareggi e 11 sconfitte) Leonardo Menichini ha toccato quota 407 panchine tra i pro. Per età, il tecnico, in granata anche la prossima stagione, è secondo solo a Claudio Ranieri (Roma) nei tre maggiori livelli calcistici.
Menichini, che voto dà alla sua stagione?
"Direi un bel 9. Nonostante un girone di ferro e un avvio difficile, ci siamo salvati con tre giornate d’anticipo e siamo andati ai play off. Per la mia gestione dico che è stata un’annata ampiamente positiva, con un girone di ritorno chiuso con 29 punti".
Quando c’è stata la svolta positiva?
"Con le vittorie col Pineto in casa e a Piancastagnaio, perché con quella siamo andati a 41 punti. Ma anche il successo di Gubbio all’andata è stato importante, perché ha dato fiducia ed è stato un segnale forte dopo il cambio di allenatore".
Anche i rinforzi di gennaio sono stati determinanti.
"Sì, certo. Siamo stati bravi ad arrivare al mercato invernale senza staccarci in classifica. A quel punto, d’accordo con la società e il direttore Zocchi, si è potenziata la rosa prendendo giocatori che ho proposto perché li conoscevo ed altri. Tutti hanno dato il loro contributo".
Qual è stato il momento più difficile?
"Sono stati almeno tre: la sconfitta di Lucca, quella interna con la Pianese, e a Rimini. Sono stati momenti pesanti da gestire, ma la mia forza è sempre stata non esaltarmi nelle vittorie e non deprimermi dopo le sconfitte, mantenendomi equilibrato".
Quanto è stato importante il suo staff?
"Molto, perché sono tutti ragazzi seri e competenti. Spero che rimangano tutti".
Dai giocatori cosa ha ricevuto?
"Hanno capito che li allenava un uomo giusto, che premia la meritocrazia. Ho sempre cercato di coinvolgerli tutti, senza guardare il curriculum, ma solo il campo. Perché io non ho figli né figliastri e tutto ciò che ho fatto l’ho fatto per il bene della squadra. I giocatori mi hanno sempre seguito e con lo staff abbiamo avvertito che si sono fidati di noi dandoci tutto".
Qual è stata la vittoria più bella?
"Sono state due, esterne, contro Arezzo e Pianese".
Qual è stata invece la partita più brutta?
"A Rimini e in casa col Carpi, senza dubbio".
Il prossimo anno riproporrà il 4-2-3-1?
"E’ un modulo che mi piace. Di sicuro sarà un difesa a 4, poi dalla cintola in su vedremo. Ma non escludo anche di poter alternare a 3 dietro".
E’ pronto ad affrontare un nuovo campionato con una squadra di giovani?
"Certo. Chi viene a Pontedera sa che deve fare questo, e trova l’ ambiente giusto per farlo. E’ chiaro che ci sono anche dei rischi e che c’è da soffrire, e questo lo dobbiamo sapere tutti. Ci attende un campionato complicato, qualcuno parla di una Serie B2, ma ho trovato una società molto ben organizzata e con dirigenti seri".
Quando pensa di smettere di allenare?
"Onestamente non ci penso. A dicembre farò 72 anni, ma sto bene, mi sento bene, i giovani mi danno entusiasmo e la società mi piace. Quindi ci sono i presupposti per andare avanti". Stefano Lemmi
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