
L’analisi dei dati del pareggio di Pineto è condizionata dal fatto che il Pontedera è rimasto in dieci uomini già dopo 29 minuti di gara. E’ logico quindi che con l’uomo in più gli abruzzesi abbiano potuto condurre il gioco quasi ininterrottamente per tutta la restante parte di match, emergendo così in tutti i confronti statistici. Solo in due di essi la squadra di Menichini ha prevalso, e si tratta dei dribbling, che sono stati 17 contro 16 (anche se quelli vinti sono stati 7 a 4 per gli avversari) e gli interventi decisivi, nessuno contro i 2 del Pineto.
Per il resto è stato un ovvio dominio dei padroni di casa, con numeri che hanno fatto registrare queste differenze a loro favore: per la fase offensiva, tiri totali 24 contro 4, tiri in porta 5 contro 2, tiri bloccati 5 contro 1, assist 18 contro 3, palle laterali 29 contro 7, delle quali 11 riuscite contro nessuna, passaggi chiave 26 contro 9, corner 10 contro 4 e possesso palla 70% contro 30%.
Anche la fase difensiva ha evidenziato un predominio biancoazzurro: nella palle recuperate, 60 contro 49, nel numero di palle recuperate nella metà campo avversaria, 22 contro 5, nell’altezza, in metri, di queste pale recuperate, 41 contro 27, nei duelli vinti, 93 contro 63, e nei duelli aerei vinti, 31 contro 18.
Di conseguenza l’indice di pericolosità (Ip) non poteva che essere spostato dalla parte dei padroni di casa, che hanno sommato 81 punti, dei quali 58 provenienti da azione (con 24 guadagnati grazie ai tanti cross) e 23 da calci piazzati. I granata invece hanno totalizzato 30 punti, 18 da azione e 12 da palla inattiva. Anche l’xG (expected Goals) ha ovviamente premiato gli avversari, che hanno fatto registrare un valore di 1,706 contro lo 0,592 del Pontedera, quindi quasi tre volte di più.
Stefano Lemmi
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