Teatro Era Andrea Pennacchi in ’Arlecchino?’

Sabato e domenica a Pontedera un’icona internazionale della tradizione della Commedia dell’arte rinvigorita nella contemporaneità

Teatro Era Andrea Pennacchi in ’Arlecchino?’

Teatro Era Andrea Pennacchi in ’Arlecchino?’

Un’icona internazionale della tradizione della commedia dell’arte trasportata e rinvigorita nella contemporaneità. Al teatro Era il 3 e 4 febbraio, Marco Baliani scrive e dirige "Arlecchino?" per Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo e regista teatrale, noto al grande pubblico per il personaggio di Pojana, ospite fisso a Propaganda Live su LA7. In scena Pennacchi, alla testa di un numeroso cast composto da Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato, Anna Tringali, interpreta un uomo di oggi, ingaggiato per fare Arlecchino. Proprio dal dissidio tra la maschera e il mondo contemporaneo scaturiranno situazioni esilaranti, ma anche dissacranti visioni e imperdibili scontri. E Arlecchino attraverserà, con la sua goffaggine e la sua furbizia, quei territori dello spirito umano che in ogni epoca mostrano le loro eterne contraddizioni. Uno spettacolo, impreziosito dalla musica dal vivo eseguita da Giorgio Gobbo, Riccardo Nicolin, sul potere terapeutico della risata, anche quando è un po’ cattiva, perché mordere fa sempre bene: riattiva la circolazione del sangue.

"L’Arlecchino che Pennacchi porta in scena farà forse sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera della commedia dell’arte - scrive il regista - Lui cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo, ma non ne azzecca una, è goffo, sovrappeso, del tutto improbabile, ma è in buona compagnia: gli altri attori che, come lui, sono stati assoldati con misere paghe dall’imprenditore Pantalone, sono, al pari di Arlecchino, debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati. Eppure, tutti questi sbandamenti, queste uscite di scena e fughe dal copione, che sono anche uscite nella contemporaneità dell’oggi, queste assurde prestazioni, queste cadute di stile e cadute al suolo di corpi sciamannati, tutte queste parole affastellate, tutto questo turbinio di azioni e gesti, stanno proprio rifacendo il miracolo della grande commedia goldoniana, in una forma non prevista, una commedia dirompente, straniante, che ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita"". Ne esce un Arlecchino mai visto che riunisce stilemi diversi.