"Le elezioni per il nuovo Sovrano agitano la Fattoria. Tra alleanze improbabili, sotterfugi e colpi bassi, l’Orso, il Leone e il Lupo si contenderanno la corona". Ponsacco ha la sua “Fattoria degli animali“. Non si tratta dell’opera di George Orwell, ma di una storia tutta ponsacchina: la “Fattoria del ponte“. Scritta da Loris Grassulini e Carlo Tenghi, è una novella che racconta in chiave satirica la scorsa campagna elettorale della città del mobile, con gli animali come protagonisti di un microcosmo variopinto ed esilarante.
"Una favola satirica e divertente – dice Grassulini – un’allegoria pungente e attuale della nostra società, e più nel dettaglio di Ponsacco, dove gli animali non sono poi così diversi dagli uomini che vorrebbero rappresentare, o dove forse gli uomini si discostano assai poco dai comportamenti di animali che sono soliti deridere". L’idea di questo libro è nata per gioco dai due autori durante la campagna elettorale con piccole novelle scritte sui social che "hanno avuto enorme successo - spiega Loris Grassullini - e ci siamo convinti a realizzarne un libro. Adesso ci hanno contattati anche altri Comuni per raccontare anche le loro vicende in chiave ironica e stiamo ragionando se fare uno spettacolo teatrale".
Benché la politica sia il motore degli eventi, Grassulini e Tenghi (che è stato candidato nella lista di D’Anniballe) precisano che "non c’è l’interesse per parteggiare o elogiare nessun politico. Abbiamo partorito la novella per render gloria all’onerosa e fiera appartenenza a Ponsacco, ma anche per allietare il pubblico, reale o potenziale, come una novella che si rispetti deve saper fare". Certo, chi ha vissuto la scorsa campagna elettorale apprezzerà sicuramente di più le vicende narrate che si ispirano, per quanto trasfigurate dalla fantasia dell’opera, a eventi realmente accaduti. Ma, afferma Grassulini, "la nostra novella vuole farsi capire da tutti. Inoltre, abbiamo l’ardire di voler veicolare una specie di morale. Un umile ma cogente insegnamento che possa con la sua sacralità farci perdonare gli inevitabili, ma dovuti per la missione stessa dell’opera, scherni rivolti ai protagonisti. Augurandoci che possa lenire le ferite di chi, immedesimandosi oltremisura nelle vicende della novella, potesse sentirsi esposto al pubblico ludibrio". Insomma, come dicono anche gli autori: "ogni eventuale riferimento a fatti, persone, bestie, cose, luoghi o accadimenti reali ed esistenti, presenti o passati, è puramente, inevitabilmente, irrimediabilmente casuale".
M.F.