DAVID ALLEGRANTI
Politica
Editoriale

Ecco come si finanzia il terrorismo di Hamas

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Firenze, 15 ottobre 2023 – Il terrorismo ha un costo. Anche la politica terroristica ha un costo. Domanda: come raccoglie i soldi Hamas? Dalla Germania arriva una storia che ci aiuta a capirlo. Il 10 ottobre, la Corte Edu ha depositato il rigetto al ricorso presentato da una associazione che il governo tedesco aveva sciolto nel 2010.

L’associazione, una non profit fondata nel 1997, era stata attiva fino al giugno del 2010 e fino ad allora raccoglieva donazioni in Germania per indirizzarle poi a sei organizzazioni in alcuni stati islamici. Tra queste c’erano anche due organizzazioni caritatevoli note come “società sociali”, che realizzavano progetti sociali a beneficio della popolazione palestinese, in particolare a Gaza e nella West Bank.

Una delle due “società sociali” finanziariamente sostenute dall’associazione sciolta dalla Germania nel 2010 era la Società Islamica, una organizzazione fondata nel 1979 a Gaza. Nel 2010 il capo della Società Islamica a Jabaliya, città palestinese situata a 4 chilometri a nord di Gaza, è diventato sindaco in rappresentanza di Hamas.

Nello stesso anno, l’associazione sciolta dal governo tedesco ha smesso di finanziare la Società Islamica, cercando di evitare potenziali restrizioni, ed è passata a supportare un’altra organizzazione, Salam, sempre di base a Gaza.

Dal 2006 al 2010 una rilevante quota delle donazioni raccolte dall’associazione che ha presentato il reclamo alla Corte Edu è stata consegnata alla Società Islamica. Parliamo di circa il 50 per cento dei 2 milioni e mezzo di euro raccolti in quattro anni.

Il ministero dell’Interno tedesco nel 2010 ha stabilito la dissoluzione dell’associazione e la confisca delle sue risorse, spiegando che i fondi raccolti servivano per aiutare Hamas. Così hanno stabilito anche la corte amministrativa federale tedesca e la corte costituzionale federale tedesca. L’associazione ha chiesto alla Corte Edu di condannare la Germania per violazione del diritto di libera associazione.

La vicenda è stata molto lunga, tant’è che si è conclusa solo adesso. I tribunali nazionali hanno rilevato che la Società islamica (e successivamente Salam) era stata solo una delle sei associazioni a cui l’associazione richiedente aveva dato un considerevole sostegno finanziario; tali contributi sottolineavano il fatto che il finanziamento di Hamas era stato l’interesse principale dell’associazione.

La Corte Edu non ha trovato quindi alcun motivo per discostarsi dalla conclusione della Corte costituzionale federale secondo cui, sebbene l’associazione ricorrente avesse finanziato anche altri progetti, una semplice restrizione delle sue attività non sarebbe stata efficace.

“È una decisione rilevante dal punto di vista giuridico, perché solitamente la Corte Edu tutela ogni forma di espressione, anche la più radicale. Stavolta, e qui è l’aspetto interessante, ha specificato che nemmeno qualora l’associazione si fosse dedicata soltanto ad attività puramente umanitarie, avrebbe potuto continuare a operare”, dice la filosofa del diritto Sofia Ciuffoletti alle Pecore Elettriche.

Secondo le conclusioni dei tribunali nazionali, l’associazione si è fondamentalmente identificata con gli obiettivi di un’organizzazione terroristica che aveva sostenuto, direttamente o indirettamente. In più, è stato stabilito un rischio reale di elusione futura sulla base di comportamenti simili in passato. Per questo, la proscrizione totale dell’associazione ricorrente non è apparsa sproporzionata. Insomma, la corte ha detto che è stato debitamente accertato che l’associazione richiedente, pur continuando a presentare le proprie attività sotto l’apparenza di aiuti umanitari, ha consapevolmente sostenuto il terrorismo internazionale, direttamente o indirettamente. Ed è con questo tipo di sostegno che poi Hamas riesce a organizzare i suoi attacchi. Come quello di una settimana fa contro Israele.