La sindaca Barnini ai dem: "Urge un dibattito serio"

"I senatori non dovevano partecipare al voto per rispetto al dibattito interno"

La sindaca di Empoli Brenda Barnini (Foto Germogli)

La sindaca di Empoli Brenda Barnini (Foto Germogli)

Empoli, 24 febbraio 2024 – Il dibattito sul terzo mandato continua a tenere banco con un’onda lunga che non risparmia la terra di Brenda Barnini, primo cittadino di Empoli, al termine del secondo mandato (non si sarebbe comunque ricandidata).

Sindaca, il senso e l’importanza di questa proposta?

"Partiamo dal presupposto che in realtà sarebbe corretto parlare piuttosto della possibilità di una terza candidatura perché un sindaco, anche dopo il primo mandato, può non essere rieletto se i cittadini reputano che non meriti più la loro fiducia. Questo, secondo me, è l’equivoco di fondo su cui si è innescato erroneamente il dibattito".

Ci spieghi .

"Lo dico con molta serenità nel momento in cui, a Empoli, noi abbiamo ormai da tempo espletato tutto il percorso di individuazione del candidato sindaco. Ne parlo, quindi, facendone non una questione personale ma puramente politica, della concezione che abbiamo della rappresentanza e delle istituzioni. Il vulnus, a questo punto, è notevole poiché è evidente che avremo una legislazione completamente diversa in base ai vari livelli demografici dei comuni perché in quelli fino a 5mila abitanti i sindaci hanno la possibilità di candidarsi infinite volte, in quelli fino a 15mila hanno la possibilità di candidarsi fino a tre volte consecutive, in quelli sopra i 15mila invece sono rimasti con il vecchio metodo.

Caos istituzionale?

"Insomma, mi pare si sia combinato un bel pasticcio: diventa difficile pure da rappresentare con un’idea complessiva di architettura istituzionale".

Che cosa pensa della spaccatura nel Pd?

"Il fatto che il Pd abbia scelto in commissione, con i senatori presenti in quella commissione, di uniformarsi al voto contrario, è in contraddizione con il dibattito che invece c’era stato all’interno del nostro partito e che vedeva anche posizioni diverse. Dal momento in cui il voto dei senatori del Pd non avrebbe cambiato comunque l’esito finale forse sarebbe stato più corretto, per rispetto anche del dibattito interno, non partecipare al voto. Dopodiché, è andata così... Credo che l’argomento dovrà essere riaffrontato in maniera seria anche dopo le elezioni amministrative con un’idea più condivisa".

A proposito di Comuni al voto, la sua esperienza da amministratrice sta per terminare. Che cosa farà dopo?

"Intanto resto concentrata sul presente perché da qui a giugno ci sono ancora tante cose da fare... Di sicuro non finirà la mia passione, il mio interesse per la politica. Anzi, direi che in questo tempo ci sono ancora più ragioni per fare politica in modo convinto. I fatti bruttissimi che si sono verificati a Pisa e Firenze con le cariche della polizia sugli studenti delle scuole superiori mi sembrano un buon motivo per rimanere a lottare per i diritti e perché nel nostro Stato, che è uno Stato di diritto in cui, fino a prova contraria, la libertà di manifestare è garantita dalla Costituzione, la stessa venga rispettata".