
Emiliano Fossi e Valentina Mercanti
Firenze, 24 febbraio 2023 – Domenica 26 febbraio si svolgeranno le primarie per l’elezione del segretario nazionale del Partito democratico. In Toscana la sfida è anche per la segreteria regionale. Il ritratto dei due candidati alla segreteria della Toscana: Valentina Mercanti e Emiliano Fossi.
Valentina Mercanti, "Io sono il volto nuovo"
E’ vero non se lo aspettava nemmeno lei. Si è trovata catapultata dalla tranquilla poltrona di consigliere regionale alla campagna elettorale per le primarie del Pd toscano. E Valentina Mercanti ai massimi rappresentati istituzionali del suo partito in Toscana (Giani, Mazzeo, Bonafè, Nardella) che le hanno detto "Sei la persona giusta" ha risposto subito "Obbedisco". Ma a una condizione: "Scrollatemi di dosso padrini e sostenitori eccellenti" perché "io sono io, donna, convintamente dentro il Pd da sempre, amministratrice locale da Lucca al consiglio regionale, con i piedi ben piantati nel territorio e tra la gente".
Determinata più di quanto vogliono far credere gli altri, quelli "un po’ meno compagni fino a domenica sera almeno" che fanno la corsa per Emiliano Fossi e Elly Schlein. Lei sta con Stefano Bonaccini e il governatore dell’Emilia che punta alla segreteria del Nazareno la sostiene e sta con lei tanto che sottolinea: "Ho chiesto a Valentina qualche settimana fa di candidarsi segretario regionale come espressione della mia mozione perché credo che la sua figura, la sua esperienza e il suo percorso ben rappresentino l’idea di rinnovamento che ho in testa per il Partito Democratico". E aggiunge: "Vorrei essere il segretario del Pd che aiuta giovani amministratori come Valentina a farsi carico del partito, chiedendo a chi ha avuto ruoli di responsabilità diretta nel gruppo dirigente del Pd degli ultimi anni un passo indietro. Valentina ha le capacità e l’energia giusta per essere un ottimo segretario regionale del Pd della Toscana. Per questo invito tutti i toscani domenica ad esprimere una doppia preferenza, per sostenere la mia candidatura a segretario nazionale e quella a me collegata di Valentina come segretario della Toscana". E lei conferma : "La mia candidatura rappresenta il percorso all’interno del Partito Democratico di una ragazza che ha cominciato a far politica solo e soltanto per passione senza conoscere nessuno e che è poi cresciuta attraverso il proprio lavoro e le proprie esperienze. E’ esattamente lo spirito che vuole rappresentare la mozione Bonaccini per scrivere una nuova storia per il Pd. Nel segno dell’unità, del rispetto e dell’apertura".
Antonio Mazzeo, coordinatore toscano della mozione Bonaccini, crede in lei fermamente: "E’ la novità di cui ha bisogno il Pd in Toscana. Donna, giovane, amministratrice e cresciuta nel partito. E’ quella nuova classe dirigente su cui Bonaccini dimostra di non puntare solo a parole ma coi fatti. Stando quotidianamente in Toscana, e grazie al suo ruolo in Consiglio Regionale, potrà essere punto di riferimento per sindaci, segretari ed elettori". Lei ha consumato i pneumatici della sua auto facendo in largo e in lungo la Toscana: circoli, case del popolo, sedi di associazioni, piazze. Ripetendo a tutti: "Sostenetemi, la politica, per come la vivo io, è servizio, impegno e passione totalizzante". I suoi riferimenti? Nella storia della sinistra "di sicuro Berlinguer", per il Pd "Veltroni che mi ha convinta ad entrare in campo", ma anche "persone come Gino Strada, Giovanni Falcone o Anna Politkovskaya".
Emiliano Fossi: «Sono il cambiamento»
Lui con il cartello giallo con la scritta «Basta perdere», all’indomani dei risultati delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, ha alzato il livello della tensione agonistica tra il gruppo di Elly Schlein, a cui Emiliano Fossi appartiene sin da subito convintamente, e i bonacciniani. Ma già in apertura di campagna elettorale l’ex sindaco di Campi Bisenzio, neodeputato del Pd, aveva fatto scintille inaugurando la polemica vivace e pungente: «Guardo con terrore al 2025» (anno delle elezioni toscane). Della serie «O si cambia o si muore». E così è andato avanti in queste settimane cercando di far capire che «la Toscana ha bisogno di un cambiamento radicale nella dirigenza del partito per tornare davvero ad incidere, per tornare ad ascoltare i bisogni della gente affrontandoli e magari dando una lettura nuova per risoverli». Lui rivendica di essere stato scelto da assemblee aperte e «non in una stanza dai rappresentatnti del partito»; gli avversari dem gli rinfacciano di aver lasciato il Comune in mano al centrodestra (vincitore a Campi alle Politiche) e di far parte «anche lui della dirigenza dem toscana in questi anni».
L’altro giorno cento ragazzi su Istagram hanno lanciato un appello per il voto a Fossi: «Perché lui? Perché ci sono urgenze da trasformare in battaglie: l’aumento dei salari, il cambiamento climatico e la riduzione delle disuguaglianze territoriali, di ceto o di genere nel Paese ed in Toscana». Fossi è «il simbolo della radicalità necessaria ad affrontare disuguaglianze e disagio del presente, rappresenta la sinistra che i nostri territori chiedono». Per cambiare «tutto, per dare una nuova speranza a migliaia di militanti». Emiliano Fossi «rappresenta un percorso collettivo, che viene da lontano, guarda lontano e che sentiamo nostro». Per i ragazzi che sostengono il parlamentare ed ex sindaco di Campi Bisenzio, serve un Pd capace di proporre «un modello di sviluppo radicalmente alternativo a quello attuale. Un partito che non può essere supino di fronte alle politiche delle amministrazioni elette col suo simbolo, incapace per mancanza di volontà di dettare una linea politica ai suoi eletti, ridotto a comitato elettorale o terreno di scontro di correnti di potere. Le correnti sono fenomeno politico legittimo e necessario, è la loro degenerazione in macchine di potere di pochi che aborriamo».
Fossi è stato sindaco per nove anni, ma secondo lui il fronte dei sindaci dentro il Pd ha terminato la sua spinta propulsiva: «I sindaci per il Pd sono una risorsa importante, troppe volte non ascoltati. Ma l’idea del partito dei sindaci è superata: serve un Pd aperto alla società: sindacati, terzo settore, mondo del sapere, organizzazioni ambientaliste. Apriamoci». E conferma la promessa: se eletto segretario toscano del Pd metterà subito la bandiera della Pace sulla facciata della sede regionale.