I nuovi scenari del Pd. Mazzeo, sì all’Europa. E lancia il campo largo "vicino ai cittadini"

Il presidente del consiglio regionale toscano rompe gli indugi. "In molti mi chiedono di candidarmi, è una mossa per dare più forza alla rappresentatività dei territori"

Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale della Toscana

Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale della Toscana

Firenze, 1 marzo 2024 – Sul volo per l’europarlamento prenota un posto anche il presidente del consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo, bonacciniano, alfiere di Energia popolare, esponente di spicco dei dem pisani.

Presidente Mazzeo, che vento spira dalla Sardegna verso i palazzi della politica?

"E’ la dimostrazione che la destra si può battere ovunque se si hanno candidati credibili e programmi vicini alle esigenze reali dei cittadini. Intorno a questo si può costruire un ampio consenso senza rinchiudersi nei recinti identitari. Quella di Alessandra Todde è stata una candidatura che rispondeva ai bisogni del territorio, che parlava di ambiente e di sviluppo sostenibile, che aveva un’idea chiara sui diritti, sul lavoro, sulla cultura e che ha messo al centro la sanità pubblica, attaccata continuamente dalla destra".

Crede che le matite siano state più forti dei manganelli come ha detto la neo governatrice Todde?

"Rivedo le immagini di Pisa e Firenze e ripenso alle parole del presidente Mattarella: l’uso dei manganelli contro studenti disarmati è stato un fallimento. E il voto in Sardegna ha bocciato anche il clima generale che si sta diffondendo nel Paese. Purtroppo le parole di Piantedosi alla Camera rappresentano una nuova ferita e spero che la premier Meloni voglia prenderne le distanze. Ho incontrato i ragazzi del liceo Russoli di Pisa e dalle loro parole è emersa la preoccupazione e la paura di non poter essere liberi di manifestare il proprio pensiero. Un Paese come l’Italia non può correre questo rischio, a maggior ragione con le giovani generazioni. Dobbiamo ricostruire la piena fiducia nelle istituzioni dello Stato e di chi le rappresenta".

Quindi ora porte aperte al campo largo con Pd e Cinque stelle a capotavola?

"Non è un automatismo, ma certamente una strada su cui lavorare. Per essere competitivi nelle elezioni politiche nazionali o vincere nelle regioni del centronord l’intesa con il M5S è necessaria ma non sufficiente e serve un centrosinistra largo e aperto anche alle forze di centro e moderate. Le alleanze però non si costruiscono per alchimie, ma intorno a progetti e programmi condivisi e di questo bisogna tenere conto laddove, come per esempio a Firenze, ci sono differenze importanti col M5S. Vediamo intanto cosa accadrà in Abruzzo, dove la coalizione va da M5S a Italia Viva, e Basilicata".

Elezioni Europee: Nardella corre, ci sarà anche lei nella partita?

"Da settimane me lo stanno chiedendo in tanti, per fare in modo che tutti i territori della nostra regione possano sentirsi pienamente rappresentati e la proposta agli elettori del Pd toscano possa essere più forte".

Non per dividere il fronte Pd, ma per rafforzarlo, dunque. Ci spieghi.

"Il nostro obiettivo è che il Pd faccia il miglior risultato possibile. Per raggiungerlo serve lavorare tutti insieme mettendo in campo tutte quelle candidature che possano contribuire ad allargare il consenso. Se il segretario regionale Fossi, la segretaria nazionale Schlein e il presidente Bonaccini riterranno che la mia candidatura possa servire a raggiungere questo scopo, io ci sono. Poi ovviamente saranno le direzioni regionale e nazionale a decidere".

In Europa perché? C’è sempre più bisogno di Toscana progressista all’Europarlamento?

"L’Europa è il luogo dove si costruisce il futuro. E’ da lì che sono partite, ad esempio, le risorse per garantire gli asili nido gratis in Toscana. E’ da lì che potranno arrivare fondi per investire su scuole, infrastrutture, sostegno alle giovani generazioni nei percorsi di studio o di lavoro. Tanto più forte sarà la nostra presenza a Bruxelles, tante più saranno le opportunità che si apriranno per la Toscana".

E il Partito socialista europeo può uscire più forte dalla tornata elettorale?

"Il fatto che il Pse abbia scelto Roma per il congresso dimostra che l’Italia sarà centrale nella costruzione di un’Europa più forte. Il nostro avversario è la destra che sta coi nazionalisti, quella che sta bloccando la transizione ecologica, le energie rinnovabili, i progetti del Pnrr e ogni forma di sostegno a chi vive situazioni di difficoltà. All’opposto sta la nostra famiglia politica dei socialisti europei che vuole costruire un’Europa verde, sociale che corre veloce nella crescita economica e tecnologica. Noi siamo l’Europa di Sassoli, loro quella di Orban".