Le grandi manovre elettorali sono al via

Il caso Firenze dopo l’uscita di Cecilia Del Re dalla giunta

Pecore Elettriche

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Firenze, 19 marzo 2023 – A Firenze, come testimonia l’ultima agitata settimana politica, è iniziata la campagna elettorale per il 2024. Il Pd è alla ricerca di un successore di Dario Nardella. Il sindaco di Firenze, che prima del placcaggio dei due eco-imbrattatori era apparso politicamente poco sereno sul caso Del Re, deve decidere che cosa fare da grande. È al secondo mandato e non può farne un terzo. Dunque ha di fronte a sé, elettoralmente parlando, due strade. Una sono le elezioni europee del 2024. Il rischio però è che il Pd nazionale decida di candidare Enrico Letta come capolista nella circoscrizione Centrale, che è grande e copre più Regioni. Da questo punto di vista è istruttiva la vicenda di Leonardo Domenici, che nel 2014 non riuscì a tornare all’Europarlamento perché Roma puntò su Roberto Gualtieri, che infatti fu eletto.

L’incertezza di Nardella sul congresso - mi candido, non mi candido; no, non mi candido - potrebbe essere dovuta a una popolarità non elevatissima fuori dalla Toscana. L’altra strada è il ritorno a Roma. Uno "scambio" con Federico Gianassi, suo ex assessore da pochi mesi eletto a Roma come parlamentare. È già accaduto ai tempi di Matteo Renzi, che spedì Nardella a Roma a fare il parlamentare e poi lo richiamò perché c’era bisogno di qualcuno di fiducia che facesse il sindaco a Firenze. In questo caso, Gianassi potrebbe tornare a Roma e Nardella si potrebbe candidare alle elezioni suppletive. Ma sono scenari che non tengono conto della rapidità con cui si muove la politiche. Nove mesi sono lunghi e non è ancora chiaro se ci sarà una coalizione, se ci saranno delle primarie, e se queste saranno di partito o di coalizione. E qui arriviamo alla questione Del Re. L’ex assessora , molto popolare in città (nel 2019 è stata la più votata al consiglio comunale), potrebbe volersi candidare a sindaco di Firenze. Per questo però le servono le primarie (contro Sara Funaro? Andrea Giorgio? Federico Gianassi? Chissà). Non c’è spazio, al momento, per una candidatura civica che vada contro il Pd e che si muova dentro l’alveo del centrosinistra.

C’è da dire che il 2023 non è nemmeno il 2009, quando Renzi vinse le primarie fiorentine contro le intenzioni del partito (fiorentino, toscano e nazionale) che aveva altre preferenze. Il caso Renzi è un unicum, per ora. L’ex presidente del Consiglio utilizzò le primarie come strumento di pressione della pubblica opinione sui gruppi dirigenti e vinse puntando sulla discontinuità e sulla "rottamazione". Oggi la discontinuità l’ha praticata Elly Schlein vincendo le primarie del 26 febbraio, quindi la novità - simbolicamente - la rappresenta lei. È insomma un’altra stagione e questo sembra saperlo anche Nardella, che dopo la sconfitta alle primarie con un ruolo di primo piano (è stato coordinatore nazionale della mozione Bonaccini) non vuole scontri con la nuova segreteria.

Del Re è stata cacciata per compiacere la nuova segreteria, nazionale e regionale? È una ipotesi. Lo capiremo tuttavia meglio se effettivamente il sindaco si terrà le deleghe sfilate all’ex assessora, o le utilizzerà per riequilibrare i rapporti di forza dentro la giunta, come già aveva fatto con l’ingresso di Giorgio, oggi volto di punta dello schleinismo toscano.