
Kupstas, sopra Barsotti e Carlotti
Nella Fabo che domenica ha piegato al fotofinish Treviglio, costringendola a doversi guadagnare il pass per la finale playoff negli ultimi quaranta infuocati minuti della serie, saltano indubbiamente all’occhio i 27 punti di un Adrian Chiera stellare, autore peraltro del tiro libero che ha deciso la gara. L’argentino è stato un direttore d’orchestra mirabile, affiancato però da un secondo e terzo violino tanto insospettabili quanto decisivi nel tenere a contatto i rossoblù quando, a cavallo fra terzo e quarto periodo, il numero 6 termale si è fisiologicamente preso una pausa e i biancoverdi di coach Villa sono tornati alla carica: si tratta di Tautvydas Kupstas e Alessandro Paesano.
I 16 punti del lituano sorprendono fino a un certo punto, perché a "Kup", partito malino con 4 punti e uno 0/4 da tre punti in gara-1, va riconosciuta una crescita graduale ma costante nella serie: anonimo per una partita e mezzo, dal secondo tempo di gara-2 l’ex Keila si è acceso, segnando prima 12 punti praticamente solo da dentro l’area, poi si è sbloccato anche da oltre 6,75 risultando uno dei pochi a salvarsi nella mezza dèbacle di venerdì e infine è esploso in gara-4, con 16 punti dal peso specifico incalcolabile.
Decisamente più insospettabile è stata la prestazione di Alessandro Paesano, non tanto per il valore assoluto del giocatore che in carriera vanta già una promozione in A2 all’attivo e che nei tre mesi e mezzo alla corte di Federico Barsotti ci ha già abituato ad exploit improvvisi (ricordate Jesi?), quanto per l’impatto non indimenticabile che ha avuto nei precedenti capitoli del confronto con i trevigliesi ma soprattutto per le condizioni fisiche precarie con cui è sceso in campo. "Paesano non ha nemmeno partecipato alla sessione di tiro questa mattina perché era praticamente zoppo – rivela Barsotti – Ha una caviglia dolorante e in un paio di circostanze ha anche perso l’uomo perché non ce la faceva a muoversi bene".
Nonostante ciò, l’ex Chieti e Pielle Livorno è stato il migliore in campo dopo Chiera con i suoi 17 punti e un irreale 100 percento da tre punti. Ulteriore conferma che questo gruppo ha una capacità quasi sovrannaturale di trovare risorse negli angoli più remoti di sé stesso. D’altra parte se in tre delle ultime quattro serie playoff che hanno giocato gli Herons sono andati a gara-5 recuperando uno svantaggio un motivo ci dovrà pur essere.
Filippo Palazzoni
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