Renzo Zenobi: "L'incontro con de Gregori fu la svolta"

Il 15 ottobre al circolo Arci di Montale il suo primo concerto post Covid. In scaletta brani che abbracciano tutti i suoi album

Renzo Zenobi

Renzo Zenobi

Montale (Pistoia), 15 settembre 2022 - I brani di Renzo Zenobi propongono atmosfere in cui immergersi, intrise di una rara sensibilità poetica. La sua storia s’intreccia con tanti giganti della musica con cui ha collaborato, da Francesco De Gregori a Lucio Dalla, da Ron a Paolo Conte. E poi Nada, Claudio Baglioni, Ornella Vanoni, Ennio Morricone, gli Stadio, Piero Ciampi, Gilda Giuliani. Le sue sono canzoni d’autore che emozionano, da ascoltare attentamente. Il pubblico potrà farlo il 15 ottobre a Montale, in provincia di Pistoia. Qui, nel salone Antares del circolo Arci di via Martiri della Libertà 54, si esibirà in concerto dalle ore 21. (Info e prenotazioni 3280368847).

Renzo Zenobi, cosa può anticiparci dei brani in scaletta?

“Suonerò 18 canzoni prese da tutti i dischi che ho fatto, dal primo all’ultimo mio lavoro che s’intitola ‘Volando’ ed è uscito nel 2019. Sarò sul palco da solo con la mia chitarra e tra un brano e l’altro racconterò anche qualche piccola storia che mi è capitata. In pratica presenterò la canzone che sto per cantare, da quale lp o cd è tratta, com’è nata e altre piccole cose così”.

C’è una canzone a cui è più legato?

“La prima che ho scritto, si chiama ‘Silvia’ e racconta di un weekend che ho trascorso a Firenze e cita non a caso colline e cipressi attorno alla città. Ci sono affezionato perché è il mio primo brano. Quando Francesco De Gregori mi portò al Folkstudio cantai una canzone e mi dissero di tornare, ma con una mia canzone. Allora, tornato a casa, scrissi ‘Silvia’, che è l’ultima canzone che farò in scaletta”. Cos’ha rappresentato per lei Francesco De Gregori?

“È stato in assoluto la persona più importante di tutta la mia carriera artistica. Come ci siamo conosciuti? Fui chiamato nel 1972 da quello che all’epoca era il suo produttore, perché per il disco ‘Alice’ c’era bisogno di un chitarrista che sapesse fare bene il fingerpicking: suonai allora le chitarre del disco e da quel momento sono diventato amico di Francesco. Che oltre ad avermi portato al Folkstudio, che era un mondo che non conoscevo, mi ha anche portato agli studi della Rca, a cui feci ascoltare un paio di mie canzoni. Piacquero, mi fecero un contratto e da allora è iniziata la mia carriera discografica. Con Francesco siamo rimasti amici, ci sentiamo e ci vediamo”. Con quali altri grandi nomi della musica ha collaborato?

“Conobbi Nada prima di cominciare la mia carriera, fui chiamato per fare due serate come bassista del suo gruppo. Quando poi iniziai a lavorare per Rca, mi chiesero di scrivere una canzone per un suo nuovo album, nacque così ‘Giornate di tenera attesa’ che poi lei ha inciso con un altro arrangiamento, pezzo che poi incisi anche io. La accompagnai suonando la chitarra quando cantò in televisione questo brano. Ho conosciuto Paolo Conte con cui facemmo una serie di concerti all’Argentario, un’estate. Con Lucio Dalla, che ho conosciuto dal ’73, eravamo come fratelli, lui ha prodotto un mio disco, ‘Telefono elettronico’, ha curato gli arrangiamenti e suonato il pianoforte, suonavano gli Stadio. È stato uno dei più bei dischi che ho fatto, insieme a quello con Morricone”. Com’è nata la sua passione per la musica? “C’era una chitarra nel laboratorio di mio padre, non sapevo bene perché o chi la suonasse. L’avevo vista e decisi che mi sarebbe piaciuto prendere qualche lezione. Poi naturalmente negli anni ’60 diventai matto per la musica inglese e i gruppi che suonavano molto bene la chitarra. Da ragazzo, dopo i compiti, suonavo”. Com’è ritornare ad esibirsi di fronte al pubblico dopo il lockdown? “Questo a Montale sarà il primo concerto che faccio dopo il lockdown. Mi piace suonare in pubblico, è la cosa che mi diverte di più in assoluto, perché c’è uno scambio di emozioni. C’è gente che poi ti viene a stringere la mano, ed è una cosa che mi fa davvero molto piacere”.