LINDA MEONI
Cultura e spettacoli

Prima nazionale al Funaro per il "Circolo popolare artico" degli Omini

Si tratta di un primo di tre episodi ispirati ai racconti di Jorn Riel, l'uomo che per vent'anni ha fatto della Groenlandia la sua casa. Appuntamenti il 18, 19 e 20 ottobre

Gli Omini Luca Zacchini e Francesco Rotelli

Pistoia, 16 ottobre 2019 - Hanno lasciato momentaneamente la strada e la gente, quei soggetti che dagli albori alimentano la loro produzione. Stavolta il viaggio comincia dalla carta e conduce dritto al palco, in un racconto riadattato di una vita lunga quindici anni e trascorsa in Groenlandia, a seguire il ritmo della luce e del buio e della natura tutta che decide i “se” del caso. Debutto assoluto al centro culturale Il Funaro (18,19 e 20 ottobre alle 21; biglietti: 0573.991609/27112) per la prima puntata del “Circolo popolare artico”, dal titolo “Prove di resistenza”, portato in scena dalla compagnia teatrale Gli Omini, in coproduzione con l'Associazione Teatrale Pistoiese (presso la quale la compagnia stessa è in residenza artistica). Un “primo atto”, si diceva, che proseguirà in altri due episodi attesi a novembre (7, 8, 9 e 10) e poi a febbraio (26, 27, 28 e 29), rispettivamente al Bolognini e al Manzoni.

Com'è nato l'incontro letterario con Jorn Riel, l'uomo che per vent'anni ha scelto di vivere ai margini del mondo, in Groenlandia? “Ci siamo avvicinati ai suoi libri poco meno di due anni fa – risponde Francesco Rotelli, membro degli Omini assieme a Giulia e Luca Zacchini – e ce ne siamo piano piano appassionati. I racconti brevi in particolare ci hanno colpiti, popolati da quindici uomini, nove capanne e 92 cani da slitta. Qui ci siamo in qualche modo rifugiati”.

Com'è strutturato lo spettacolo e perché scegliere la strada dei tre episodi? “I suoi racconti sono così tanti che per restituirne il senso e il gusto di leggerli andava fatto qualcosa di più ricco. Le storie si intrecciano le une con le altre e per entraci dentro davvero serve assistere alle tre, anche se l'una non è il sequel dell'altra. Vivono anche di vita propria. In scena saremo in formazioni un po' diverse: nel primo episodio, infatti, con me e Luca Zacchini ci sarà Eleonora Spezi marionettista e burattinaia, nel secondo Luca sarà accompagnato da alcuni dei Tony Clifton Circus, mentre nell'ultimo saremo io, Luca e Paola Tintinelli. Il lavoro resta comunque ideato dagli Omini, scritto da Giulia e coprodotto con l'Atp. Avevamo voglia di avventurarci altrove, quello che ci ha appassionati è ciò che regola quella società di uomini fatta di leggi non scritte, condizionato dalle necessità, dalla natura e dal surreale. È un lavoro che ha a che fare con tempo non preciso, un'epoca che potrebbe essere passata, presente ma anche futura”.

Da quattro anni siete in residenza all'Atp, cosa ha aggiunto questo particolare alla vostra esperienza? “Sicuramente abbiamo avuto la possibilità di lavorare in dei contesti che altrimenti non sarebbe stato possibile avvicinare. Un supporto logistico nonché economico che per chi come noi, piccini e semindipendenti, dà forza e ossigeno“.

Da un anno invece avete aperto il vostro spazio, la Segheria, in Sant'Agostino. Come sta andando? “Siamo molto felici. Qui c'è la nostra reale indipendenza e... anarchia. La gente sta cominciando a partecipare agli eventi, ai corsi e ai laboratori che facciamo. C'è un bel giro di persone, si respira una bella aria che in qualche modo ci appartiene più di ogni altra, quella che ci contraddistingue da sempre: con la gente, per la gente. Qui il prossimo appuntamento sarà con un amico, Fabio Monti, che il 27 ottobre alle 18 porterà 'Lampedusa è uno spiffero'”.