"Violentata nel bar", la rabbia della piazza

Dopo la notizia choc del sequestro del Dok il comparto Sala organizza una riunione. Domani l’interrogatorio, il legale: "Siamo fiduciosi"

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Potrebbe scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere Davide Garifo, 28 anni, di Serravalle Pistoiese, il barista agli arresti domiciliari da lunedì mattina, accusato di aver somministrato alcolici a una ragazza minorenne e di averla violentata nel bagno del bar "Dok" di via Roma dove lavorava. Domani mattina, infatti, è stato fissato l’interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari. Intanto, ieri pomeriggio il suo legale, l’avvocato Andrea Mitresi, ha incontrato il giovane, per un primo colloquio. "Siamo fiduciosi di poter ricostruire l’esatta dinamica dei fatti", ha spiegato l’avvocato Mitresi, che non intende aggiungere altre dichiarazioni per non pregiudicare la difesa del suo assistito, in questo momento molto delicato.

Fatto sta, che la notizia è esplosa come una bomba in città. Il locale è stato posto sotto sequestro, sempre su disposizione del gip, dopo le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Pistoia. Un locale in pieno centro, in via Roma, a ridosso del comparto Sala. Ed è dai titolari dei vari locali del centro che ora si leva la voce di chi in questo momento vuole difendere la reputazione di tanti lavoratori. C’è l’idea di organizzare un incontro proprio per parlare di quanto accaduto. Perché i contraccolpi di una notizia del genere potrebbero ricadere anche su tanti altri luoghi della movida che niente hanno a che fare con questi fatti, qualora venissero accertati.

Dalla proprietà del bar "Dok" resta il più stretto riserbo. Anche tra i colleghi e i titolari c’è incredulità e amarezza. Anche perché il sequestro del locale così come l’arresto del barista sono avvenuti a cinque mesi dai presunti fatti, che risalirebbero ad aprile. L’indagine, infatti, è stata avviata subito dopo la denuncia sporta dalla presunta vittima, una ragazza minorenne, che avrebbe raccontato alla famiglia e poi alla polizia di essere stata violentata dopo aver bevuto alcolici nel locale.

Ora, il barista si trova agli arresti domiciliari, ma già da un po’ sembra che non lavorasse più nel bar di via Roma. Chi lo conosce fatica a credere alle accuse, pesantissime, che gravano su di lui. Le indagini sono durate alcuni mesi, perché gli inquirenti hano dovuto ascoltare diversi testimoni. Sembra che quella sera la ragazza non fosse sola, ma accompagnata da un gruppo di amiche: le loro testimonianze potrebbero essere a questo punto molto importanti.

M. V.