"Ho fatto una cosa imperdonabile. Lei era l’unica che mi ha sempre aiutato. Vivrò per sempre con il senso di colpa".
Una brevissima dichiarazione spontanea di Patrizio Ruscio ha chiuso, ieri pomeriggio, l’istruttoria del processo che lo vede imputato per l’omicidio della madre Ottavina “Rita“ Maestripieri, soffocata nel suo letto all’alba del primo di giugno 2023, nell’appartamento di via Monteverdi dove la donna, che aveva da poco compiuto novant’anni, aveva sempre vissuto. Nel corso dell’udienza di ieri in aula bunker, a Firenze, alla presenza dei due pubblici ministeri che avevano diretto le indagini dei carabinieri, i sostituti procuratori Leonardo De Gaudio e Linda Gambassi, i giudici hanno ascoltato la relazione dello psichiatra fiorentino Massimo Marchi. Una relazione sollecitata dal difensore del ragioniere pistoiese sessantenne, l’avvocato Francesco Stefani del foro di Firenze. "Il dottor Marchi – ci ha poi spiegato l’avvocato Stefani – aveva redatto questa consulenza che era stata frutto di un colloquio in carcere con il mio assistito. Soltanto pochi giorni fa era stato possibile acquisire la cartella clinica con gli esiti del Mmpi test (Minnesota Multiphasic Personality Inventoryi test), a cui era stato sottoposto in carcere e dal quale emergerebbe la stessa conclusione a cui era arrivato il dottor Franchi, ovvero i sintomi di un problema psichico, di una dissociazione avvenuta al momento dell’accaduto. Secondo lo psichiatra il mio assistitito potrebbe aver avuto un disturbo dissociatico che può colpire un soggetto non affetto da patologie, ma carico di ansia e di stress, portandolo a compiere un gesto che, altrimenti, non avrebbe mai commesso. Sarà l’Asssise poi, se lo ritiene oppurtuno a chiedere un approfondimento".
Ruscio, come si ricorderà, era assediato dai creditori e quella mattina si recò prestissimo a casa della madre per doverle dire – così emerse dalla sua confessione – , che non aveva i soldi per pagarle l’affitto arretrato e che c’era il rischio che venisse sfrattata. Ci fu un litigio, poi l’uomo si avventò sulla madre e la soffocò. La sentenza è attesa per il 14 giugno.
lucia agati