"Sei anni di annunci a vuoto per un agente"

La disavventura dell’imprenditore pistoiese titolare del marchio SkyLed: si sono presentati pochi candidati e senza convinzione

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Sarà quel pregiudizio difficile da abbattere nei confronti di certi incarichi, sarà che l’"abc" dell’approccio al cliente ma più in generale alla professione (fosse anche solo scrivere una mail: "C’è chi non sa farlo") è assai povero e carente, sarà quella tendenza generale al ribasso che per pigrizia allontana i candidati da un’idea di formazione e aggiornamento, sarà pure qualcos’altro di incalcolato, la realtà è che in sei anni quasi nessuna proposta credibile si è davvero trasformata in occupazione. Con la conseguenza che spiccare il volo e aprirsi a nuovi mercati è diventato qualcosa di molto simile a un miraggio. Di annunci di ricerca lavoro Alessio Gherardini, 42 anni, amministratore dell’azienda FirenzeH4 con sede a Pistoia attiva nel settore dell’illuminazione e titolare del marchio SkyLed con un agente operativo fuori regione e un collaboratore esterno in appoggio, ne ha pubblicati a cascata nel tempo, tutti col medesimo risultato: nulla di fatto.

Che succede, Gherardini?

"Succede che sono alla ricerca di un agente, con obiettivo assunzione. Scaccio ogni perplessità: non figure porta a porta, non procacciatori né profili del tipo che devi macinare tempo ed energie per ottenere briciole. I nostri clienti sono aziende che cercano in noi supporto e competenza e soprattutto rapporti di collaborazione duraturi. Di conseguenza l’attività è più assimilabile a quella di un consulente illuminotecnico più che di un commerciale puro. La formazione può avvenire in affiancamento qui in azienda. Non è necessaria una laurea, ma è utile una buona preparazione generale di base. Eppure...".

Eppure?

"Sono sincero, molti non sanno neppure scrivere una mail. Non sanno rivolgersi al cliente in modo credibile. Se poi c’è da professionalizzarsi, imparare qualcosa, quelle stesse persone ripiegano su lavori basilari, che non richiedono alcun tipo di formazione".

Dove sta la colpa?

"Ricordo l’infelice appellativo ‘bamboccioni’ di qualche anno fa. Fu un modo odioso di rivolgersi ai giovani, ma va riconosciuto che la società è cambiata tantissimo, molti si sono per così dire ‘rilassati’ e accomodati. Ovviamente molti, va detto con forza, dall’altro lato si sono anche fatti valere per le loro capacità e talenti. Spesso però migrando altrove".

Quanto investe alla voce ‘annunci’?

"Al momento ne ho uno attivo su InfoJobs, due mesi di pubblicazione costano 380 euro. In venticinque giorni ho ricevuto dieci curricula, dei quali nove non rispondenti alla richiesta. Avevo trovato un architetto che sembrava essere un profilo interessante. L’ho contattato e dopo diversi tentativi a voce e per iscritto mi ha promesso che mi avrebbe richiamato. Sto ancora aspettando...".

Tentativi con il Centro per l’impiego?

"Fatti, ma a vuoto. In passato siamo stati addirittura rimproverati di aver affisso in bacheca degli annunci con l’offerta di lavoro. Non dovevano essere riformati?".

Il lavoro come va, c’è richiesta?

"Sì, c’è, ed è evidente che io posso arrivare fino a un certo punto, raggiunto il quale divento io stesso improduttivo. Dunque non posso permettermi di allargare i miei orizzonti. Ma la ditta è seria, lavoriamo solo per dirne uno con marchi come Moncler, clienti che chiedono precisione in tutto. Ripeto: non serve una laurea, basta la voglia di imparare ed essere consapevoli che i primi mesi sono quelli più complicati".

l.m.