L’ultimo tecnico dell’Us: "I calciatori? Veri uomini"

Parla l’allenatore Parigi, baluardo del gruppo squadra: "Ci siamo ritrovati soli"

"Tre mesi come questi valgono come cinque campionati in una situazione normale". E se lo dice Gabriele Parigi c’è assolutamente da credergli. Gettato sulla mischia a fine dicembre, ad una manciata di ore dalla sfida di campionato col Lentigione, il tecnico arancione si è ritrovato in poche settimane ad essere ben più che un semplice allenatore. Si è preso carico di un gruppo completamente nuovo ed estremamente fragile e ha tentato di isolare i ragazzi dalle evidenti difficoltà societarie, provando a pensare soltanto al calcio giocato. E lo ha fatto a titolo totalmente gratuito, il che non è affatto un dettaglio. L’avventura del tecnico arancione è terminata lo scorso 2 aprile dopo l’esonero, ma negli ultimi frenetici e drammatici momenti l’ex allenatore della Juniores è sempre rimasto vicino ai ’suoi’ ragazzi. Che, di fatto, non sono più tornati in campo. "Questi dieci giorni sono stati terribili – ha detto Parigi –. Soprattutto dopo l’arresto di De Simone la squadra è precipitata in un vortice in cui a dominare è stato solamente il caos. I giocatori sono stati lasciati soli, senza rimborsi, senza alloggio e temporaneamente anche senza vitto. Nonostante tutto loro sono stati eccezionali a non mollare fino alla fine e soprattutto a rimanere uniti anche per prendere una decisione difficilissima come quella di domenica". Una scelta, quella di non scendere in campo, che avrebbe potuto avere anche ripercussioni legali, essendo i giocatori sotto contratto con la Pistoiese. Per l’intero gruppo squadra era complesso giocare in quella situazione.

"Credo che nel prendersi questa responsabilità i calciatori abbiano dimostrato di essere dei veri uomini – conferma l’allenatore –. Il loro gesto denota una grandissima unione e mi fa capire che in questi mesi si era creato un legame veramente significativo. Al netto delle difficoltà e dei limiti tecnici, tutti i giocatori hanno dato il massimo per la maglia arancione, onorandola fin quando non sono venute meno le condizioni minime per giocare a calcio". Quanto successo da gennaio ad oggi rappresenta anche per un allenatore un bagaglio d’esperienza unico e che indubbiamente sarà formativo nell’ambito di una crescita sia umana che professionale? "Cosa mi porterò dietro da questa avventura? Moltissime cose – sottolinea Parigi –, in primis i problemi, le difficoltà e anche l’ironia e le prese in giro che abbiamo subito. Ci siamo ritrovati da soli in una situazione decisamente più grande di noi e a livello caratteriale ho la certezza di averne tratto beneficio. Prima di questi mesi non mi ero mai trovato in un ambiente in cui tutto va per il verso sbagliato: adesso posso dire di esserci stato e soprattutto di esserne uscito a testa alta".

Michele Flori