Lavori di pubblica utilità per chi prende il "reddito"

L’iniziativa portata avanti dal Comune di Agliana. I progetti impegneranno anche quanti devono ancora scontare una lieve condanna: come funziona

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Progetti di pubblica utilità impegneranno percettori del reddito di cittadinanza e persone che devono scontare una condanna. Nel primo caso i progetti partiranno tra un paio di settimane, nel secondo caso il comune di Agliana attende la firma della convenzione da parte del tribunale di Pistoia. Il Comune ha elaborato tre progetti Puc (progetti utili alla collettività) che potranno impiegare in totale una decina di percettori del reddito di cittadinanza. Il progetto ‘Lavori pubblici’ potrà impiegare fino a sei persone, potranno trovare un posto nel progetto ‘Biblioteca aperta’ due beneficiari al massimo, mentre ‘Progettare l’accoglienza’, ovvero un lavoro in portineria, ne potrà impiegare altri due. "Questi progetti – informa l’assessore alle politiche sociali del Comune, Greta Avvanzo – sono destinati a beneficiari individuati nella misura del 50% dal Centro per l’impiego e 50% dagli assistenti sociali. Con le misure restrittive da zona rossa, i colloqui dei possibili beneficiari con Centri per l’impiego e assistenti sociali sono rimasti in stand by. Adesso, con le misure da zona arancione, sono ripresi al fine di individuare i diversi possibili beneficiari. Al momento siamo in attesa che il Centro per l’impiego segnali il numero effettivo dei Puc disponibili. Si presume di partire con l’abbinamento beneficiari Puc nella prima settimana di maggio. I tempi di inserimento sono indicativamente di quattro mesi".

Greta Avvanzo comunica, inoltre, l’avvio di un altro importante progetto, destinato a persone che devono scontare una pena non superiore a quattro anni. "Nella riunione di giunta del 25 marzo – riferisce – abbiamo deliberato di approvare lo schema di ‘Convenzione con il tribunale di Pistoia’ per l’inserimento di soggetti sottoposti a una sanzione di comunità Map, ovvero ‘messa alla prova’, per cui adesso siamo in attesa della firma con il Tribunale per poter poi cominciare ad accogliere cittadini sottoposti a tale provvedimento. La ‘messa alla prova’ può essere chiesta dall’imputato per reati di modesto allarme sociale, puniti con la pena pecuniaria o con la pena detentiva non superiore nel massimo a quattro anni. La messa alla prova è subordinata allo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità, da effettuare presso le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province, i Comuni, le Aziende sanitarie o presso altri enti o organizzazioni operanti nel territorio. Il positivo esito della messa alla prova comporta l’effetto estintivo del reato. Dal punto di vista della vita sociale della nostra comunità pensiamo che siano due importanti provvedimenti sia per chi percepisce il reddito di cittadinanza e che, quindi, può in qualche modo rendersi utile per la propria comunità, sia per chi deve scontare una condanna ed ha la possibilità di redimersi svolgendo attività a supporto della collettività".

Piera Salvi