Isolamento a casa e paura Le classi restano vuote

Rientro con numeri ridotti: 80 assenti al Fedi-Fermi e 10 insegnanti positivi. De Franceschi-Pacinotti con dieci sezioni deserte. Dad: appello dei presidi

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Ottanta studenti positivi a casa e una decina di insegnanti che mancano all’appello. Sono i numeri dell’istituto Fedi-Fermi che per tutta la giornata di ieri ha affrontato l’ondata di contagi cercando di far collegare i ragazzi da casa per garantire loro lezioni a distanza.

"Abbiamo un totale di 1300 studenti – spiega il preside Graziano Magrini – Ma le percentuali di contagio sono elevate. Stiamo cercando di organizzare la didattica mista, quindi qualche disagio potrà accadere per chi è a casa". Dieci aule vuote ieri mattina invece nelle sedi del professionale De Franceschi-Pacinotti ma la preside, Concetta Saviello, non sa se tutte le assenze degli studenti siano a causa del Covid o anche per la paura del contagio che può aver frenato il rientro in classe: "Sul fronte docenti non avverto timori, abbiamo tanti insegnanti, anche di potenziamento, e quindi possiamo gestire le assenze ma il contagio tra i ragazzi è molto forte e ci sono timori sulla qualità della didattica. Nei prossimi giorni avremo numeri più precisi – sottolinea – Certo è che avrei preferito slittare l’inizio delle lezioni a fine mese. In queste condizioni è tutto più difficile". E proprio per questo la dirigente del Pacinotti-De Franceschi è uno dei 2500 presidi che in queste ore ha sottoscritto una lettera aperta al ministero dell’istruzione per chiudere le scuole almeno per un paio di settimane.

"Noi dirigenti scolastici lanciamo un appello urgente per la ripresa delle lezioni a distanza per due settimane – hanno scritto i presidi da tutta Italia al ministro Patrizio Bianchi –. Da due anni lavoriamo incessantemente per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia. Lo facciamo, insieme ai nostri collaboratori, alle segreterie, ai docenti, al personale Ata, spesso sopperendo alla mancanza delle più basilari condizioni strutturali e organizzative. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi, non sapremmo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza. Sappiamo che il virus si trasmette per aerosol e che l’ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa".