Intere aziende spazzate via: "L’argine dell’Agna va sistemato. Rischiamo che succeda ancora"

Gli imprenditori hanno preso parte al consiglio comunale aperto per spiegare la situazione "La zona industriale di Montale morirà se non ci saranno interventi, nessuno investirà capitali".

Intere aziende spazzate via: "L’argine dell’Agna va sistemato. Rischiamo che succeda ancora"

Intere aziende spazzate via: "L’argine dell’Agna va sistemato. Rischiamo che succeda ancora"

L’argine dell’Agna va risistemato e reso sicuro o la zona industriale di Montale rischia di morire, per la fuga degli investimenti e il crollo del valore degli immobili. E’ forse questa, tra le tante, la richiesta più pressante degli imprenditori intervenuti al consiglio comunale aperto, richiesto dai gruppi del Centrodestra e Insieme per Montale, che ha visto un confronto serrato tra cittadini e amministratori. Tra i tanti temi trattati le responsabilità della scarsa manutenzione dell’argine, il problema del fango che ancora paralizza le imprese, la complicazione delle domande per richiedere i danni, il timore che i soldi non arrivino o arrivino tardi.

"Siamo un’azienda distrutta – dice Massimo Banchi, titolare di una ditta che fa materassi – che non sa se riuscirà a pagare gli stipendi di questo mese. Ci chiediamo di chi sia la responsabilità. I piani regolatori hanno consentito una zona industriale lungo un fiume con il letto più alto qualche metro del livello della campagna, ci si chiede chi doveva fare la manutenzione. Se voi non siete responsabili – ha aggiunto rivolto ai banchi degli amministratori – vorrei che foste al fianco nostro per individuare le responsabilità. Nei giorni del disastro siamo stati lasciati soli e nella nostra solitudine siamo convinti che non ci arriverà neanche un euro". "Sicuramente questo fiume non è manutenuto bene – ha ribadito Stefania Agostini del Tubettificio Pratese – e c’è da capire di chi è la responsabilità. Ma ora l’argine va risistemato, perché oltre agli enormi danni materiali ora c’è anche la svalutazione degli immobili". Agostini si fa portavoce della proposta del presidente di Cna Toscana Centro Claudio Bettazzi di costituire un Comitato di Sorveglianza di proprietari e residenti per sorvegliare la sistemazione dell’argine. "Ho appena presentato un progetto per un immobile nella zona da un milione di euro – riferisce Franco Bevilacqua – con un altro milione di beni all’interno del magazzino, ma ora ho paura dopo il cedimento dell’argine, temo che possa ricapitare, ce li investireste voi due milioni accanto un argine del genere. Eppure quando tagliavano l’erba si vedevano i buchi delle nutrie nell’argine, possibile che gli occhi ce li avessimo solo noi? Dov’erano i geologi e gli esperti?". "La giunta è accanto a voi – ha assicurato il sindaco Ferdinando Betti – il Genio Civile ha detto che dopo questo trauma va abbassato il letto del fiume per quasi tre chilometri, va rilivellato e poi occorrono investimenti non di poco conto sull’argine da far partire subito, perché chi vuole investire ha bisogno di certezze e la nostra comunità non può permettersi di perdere aziende e posti di lavoro". Alessio Mannelli dell’Immobiliare Marzia, proprietario di alcuni capannoni, ha chiesto intanto tempi certi sulla rimozione del fango e dei rifiuti.

"Abbiamo bisogno di date sicure per la ripulitura – dice Mannelli – e anche per la perdita d’acqua che ancora c’è dall’argine, sono in gioco nella zona dai 60 ai 70mila metri quadri di capannoni con oltre 300 operai e le loro famiglie". Il sindaco ha indicato 20 giorni come tempo per la rimozione di tutto il materiale. "Ne sono stati rimossi 7mila metri cubi finora – ha detto – si arriverà a un totale di 20mila metri cubi, si tratta di un vero tzunami".

Enrico Innocenti di Alia ha riferito che sono stati tolte finora 755 tonnellate di rifiuti presso le abitazioni e 1300 tonnellate nella zona industriale. "Ma ancora abbiamo mucchi di rifiuti – ha lamentato Stefania Agostini – che ci intralciano la ripresa dell’attività". Drammatica anche la testimonianza di un residente di via Alfieri. "Vorrei sapere se qualcuno verrà ad aiutarci – ha detto – in casa abbiamo perso tutto e l’orto è pieno di rifiuti, per fortuna ho 11 fratelli e tanti mi sono venuti a dare una mano, ma le domande per i danni sono troppo complicate e abbiamo bisogno di assistenza". Fausto Menicacci ha denunciato la situazione di via dell’Oste "totalmente abbandonata". "Manca manutenzione - ha protestato – e bisogna coinvolgere chi conosce il territorio".

Giacomo Bini