Il primato di Piero, premiato dalla Russia per la sua passione e gli studi sull'Artico

Biondi ha raccolto il suo materiale in una collezione unica

Piero Biondi

Piero Biondi

Pistoia, 13 agosto 2019 - Fra tutti i personaggi pistoiesi, Piero Biondi, per l’originalità della sua passione, la filatelia artica, e per la tenacia con cui ha raccolto il suo materiale in una collezione unica, attraverso la straordinaria e misteriosa rete dei radioamatori, è senz’altro una figura senza rivali.

E proprio grazie alla sua determinazione, ha ottenuto, unico italiano almeno negli ultimi dieci anni, un riconoscimento concesso a pochi. E’ ufficialmente un ‘uomo polare’. Ha ricevuto dall’ente governativo russo ‘Aspol’ che comprende l’associazione Poliarnij (uomini polari) l’ambito diploma di associato.

Questo in virtù dei suoi studi e delle sue pubblicazioni, sulle riviste specializzate, sulla nascita, e la storia, delle basi artiche sovietiche e, soprattutto, sulle basi derivanti, allestite sopra gigantesche lastre di ghiaccio galleggianti sul Mare Artico e, naturalmente per la sua eccezionale documentazione, postale e non, raccolta proprio grazie ai collegamenti con i radioamatori.

«L’Aspol – ci spiega con orgoglio Piero Biondi – è l’associazione che riunisce scienziati, alti ufficiali della Marina, ricercatori ed esploratori che dell’Artico hanno fatto la propria ragione di vita. Il presidente è Artur Chilingarov, eroe dell’Unione Sovietica, a capo del North Sea Route. Le mie ricerche sono tutt’altro che finite. Perché attualmente sto cercando due stazioni fisse in Artico: la Mare-Sale e la Vaigach, che è chiusa. In tutta la storia – ci spiega Piero – le basi derivanti russe erano quaranta e di tutte ho i documenti, postali e non. Ogni volta che c’è un cambio del turno del personale di bordo, parte il tam tam fra i radioamatori e contemporaneamente la ricerca negli archivi. Tutto si svolge in lingua inglese. Si trovano cose impensabili. Anche il mondo del turismo si starebbe interessando a queste piattaforme che sono ormai tutte in disuso ma che sono piene di attrezzature. Ci sono quattro rompighiaccio a propulsione nucleare per poterle raggiungere. Non sono mai andato nel mare Artico. Non ho mai visto i luoghi che ho studiato con tanta passione e sui quali ci sarà un convegno, a settembre. A volte mi sento un po’ come Emilio Salgari, che non aveva mai visto i luoghi che ha meravigliosamente descritto nei suoi romanzi».

lucia agati