MICHELA MONTI
Cronaca

Gli studenti in carcere. Incontro con i detenuti: "Sono persone come noi"

Per la 5A delle scienze applicate del liceo scientifico Amedeo di Savoia due ore di colloquio con cinque ospiti della casa circondariale Santa Caterina.

La. 5A delle scienze applicate del liceo scientifico Amedeo di Savoia

La. 5A delle scienze applicate del liceo scientifico Amedeo di Savoia

PISTOIA

Studenti e detenuti pistoiesi a colloquio per capire lo stato d’animo di chi si trova a scontare una pena. La classe 5 A delle scienze applicate del liceo scientifico Amedeo di Savoia, accompagnata dalle docenti Enrica Fabbri e Beatrice Iacopini, si è recata in visita alla casa circondariale di Pistoia, dove ha potuto conoscere la direttrice, alcuni rappresentanti della polizia penitenziaria, una educatrice, uno psicologo, padre Alfredo (il cappellano), ma soprattutto alcuni detenuti.

La visita ha rappresentato la conclusione di un percorso didattico ed educativo, condotto durante l’anno scolastico dall’ordine degli avvocati sul tema del carcere e delle pene, che mirava a spiegare agli alunni alcuni elementi di base del sistema giudiziario italiano e a discutere con loro i più drammatici problemi della realtà carceraria nel nostro paese, quali il sovraffollamento e la mancanza di personale e di fondi sufficienti a garantire percorsi rieducativi e avviamento al lavoro, carenze che finiscono per vanificare la concezione costituzionale e provocano un altissimo tasso di recidive.

Durante le due ore trascorse in Santa Caterina in Brana, gli alunni hanno potuto capire da diversi punti di vista come funziona la casa circondariale – una realtà piccola e quindi più virtuosa della media degli istituti di pena italiani - e come si svolge la vita dentro; sono rimasti colpiti dalla competenza delle diverse figure che curano la rieducazione dei condannati, e del buon numero di corsi diversi che associazioni esterne, tra cui gli scout, offrono a chi è recluso. Il colloquio con cinque detenuti è stato utile a smontare tanti pregiudizi: quasi con sorpresa, i ragazzi hanno capito di avere di fronte "persone come noi" e che a torto del carcere non si parla quasi mai, perché a tutti può capitare di commettere errori oppure di avere tra amici e conoscenti qualcuno che debba scontare una pena.

Molti hanno ammesso anche di essere arrivato alla visita con un sacco di stereotipi sulla struttura carceraria e sulle dinamiche interne, che al confronto con la realtà si sono rivelati falsi, alimentati come sono da film e luoghi comuni superficiali, anche se – a questo proposito – si aspettavano di poter visitare l’edificio, di cui invece hanno potuto vedere solo il cortile e la palestra. Un dato li ha colpiti più di ogni altro, però: che circa la metà dei reclusi a Pistoia è rappresentato da detenuti in attesa di giudizio che, oltre ad essere privati della libertà pur non essendo ancora stati condannati, per il dettato di legge sono anche privi di qualsiasi possibilità di accedere a permessi premio e ad altre agevolazioni che spettano invece a chi è condannato in via definitiva: questa è sembrata loro una grande ingiustizia. Una visita davvero inconsueta e importante, che ha contribuito in modo significativo alla formazione civica e umana dei ragazzi e che difficilmente dimenticheranno.