Fondazione Marini: "Resta il commissario"

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Carlo Ferdinando Carnacini. Rafforzato il giudizio di bontà della decisione presa dal prefetto Messina .

Fondazione Marini: "Resta il commissario"

Fondazione Marini: "Resta il commissario"

PISTOIA

Appello respinto, a ribadire quanto già espresso nella precedente ordinanza cautelare dal Tribunale Amministrativo della Toscana nello scorso gennaio. Si aggiunge un nuovo capitolo alla travagliata e interminabile vicenda giudiziaria del Marini, stavolta a proposito del commissariamento della Fondazione intitolata al maestro e deciso dal Prefetto di Pistoia, Licia Donatella Messina, sei mesi fa e subito contestato dall’ex presidente, l’avvocato Carlo Ferdinando Carnacini che ne metteva in discussione la legittimità.

Dopo un primo grado di giudizio, stavolta è il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (sezione terza) a pronunciarsi, ricalcando in sostanza la precedente ordinanza del Tar.

Questo secondo step giudiziario in sostanza non fa che "cristallizzare", rafforzandolo, il giudizio di bontà non solo della decisione di commissariare l’ente ma anche del buon corso della gestione in capo al prefetto a riposo Raffaele Ruberto, come evidenzia l’ordinanza in un preciso passaggio.

"Il periculum prospettato dal ricorrente, riconducibile alla privazione ‘della possibilità di svolgere la propria attività in un contesto di fisiologica gestione da parte degli organi interni’ - si legge nel testo dove si fa riferimento ai motivi dell’appello proposto da Carnacini – si risolve in una deduzione tautologica e priva di mordente, mentre la gestione commissariale risulta aver sinora sanato le carenze della precedente gestione (governance incompleta e priva dell’organo di controllo; predisposizione dei consuntivi relativi agli esercizi ormai chiusi). Reputato, pertanto, di non poter far luogo rebus sic stantibus all’invocata somministrazione della tutela cautelare, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale respinge l’appello".

Riavvolgendo il nastro, il Tar a gennaio, aveva giudicato "insussistente" il rischio di paralisi dell’attività della Fondazione e "infondata" l’impugnazione. Elementi questi giudicati in quella sede sufficienti per respingere il ricorso e definire quindi legittimo – oltre che "positivamente" operativo – il commissariamento. Tre mesi dopo un rafforzativo a quel pronunciamento. Capitolo chiuso, insomma. Almeno per ora.

Linda Meoni