Falsifica i documenti per lavorare: scoperta finta infermiera

La scoperta durante uno dei controlli del Collegio degli infermieri. Il presidente Nucci: "Ci costituiremo parte civile"

Infermieri, ospedali, pronto soccorso (foto d'archivio)

Infermieri, ospedali, pronto soccorso (foto d'archivio)

Pistoia, 13 luglio 2017 - Aveva falsificato la pergamena di laurea e anche il certificato di iscrizione al Collegio degli infermieri. Con i documenti contraffatti, aveva lavorato in una struttura privata accreditata della provincia pistoiese, ma è stata smascherata, grazie proprio a un controllo del Collegio degli infermieri.

 

"Siamo di fronte a un fatto grave - scrive il presidente del Collegio Ipasvi, David Nucci - non solo per la professione che subisce un forte danno di immagine, ma anche per l’organizzazione del lavoro che evidentemente lega questo reato alla perdita della possibilità di posti di lavoro per chi infermiere lo è davvero. La falsificazione da parte di una sedicente infermiera dell’iscrizione all’albo e dello stesso titolo di laurea al fine di per poter accedere operativamente ed indebitamente a una struttura privata accreditata, configura anche un grave rischio per i pazienti che degli infermieri hanno piena fiducia, perché credono nella loro professionalità e a loro si affidano per la tutela della salute e il soddisfacimento dei bisogni di cura. Aspetti messi in grave pericolo da chi non è pronto né dal punto di vista clinico e assistenziale, né da quello etico, morale e deontologico a dare la risposta che i veri infermieri danno quotidianamente grazie al loro lavoro, al loro studio e all’acquisizione di una professionalità riconosciuta non solo sul territorio nazionale, ma in modo indiscusso anche a livello internazionale".

 

"L’allontanamento immediato di chi ha commesso questo reato è una normale prassi della legge e della legalità, ma non ci si può davvero fermare a questo. Il Presidente del Collegio di Pistoia, la cui firma è stata falsificata per produrre il falso certificato di iscrizione all’albo, seguirà senza alcun dubbio la costituzione di parte civile per il falso di cui è stato vittima. Ma anche il Collegio di Pistoia – dopo aver depositato presso i Carabinieri una circostanziata querela per falso - ha deliberato di costituirsi parte civile per il danno di immagine alla professione e per il danno provocato anche per aver sottratto proditoriamente un posto di lavoro a un vero infermiere che lo avrebbero ben meritato, dando mandato all’avvocato Claudio Del Rosso di difenderli in tutte le sedi opportune. Abuso di professione, falsificazione di certificato di iscrizione a un ordine professionale e falsificazione della pergamena di laurea – su cui l’ateneo fiorentino valuterà i possibili passi da intraprendere - non sono reati che possono essere archiviati senza una durissima presa di posizione da parte di chi ha il compito e il dovere di difendere il reale operato delle istituzioni. E il Collegio Ipasvi di Pistoia e il suo Presidente non lasceranno certo che questo avvenga".

 

«Nessun dipendente di strutture gestite direttamente dal sistema pubblico sanitario e sociosanitario, Usl o Sds Pistoiese, risulta coinvolto nei fatti riferiti dal Collegio Ipasvi (il Collegio degli infermieri, ndr) di Pistoia», precisa poi una nota congiunta della Società della Salute Pistoiese e dell'Ausl Toscana centro. «Esprimiamo inoltre un plauso - prosegue la nota - per le attività di controllo che il Collegio Ipasvi pistoiese effettua costantemente non solo nei confronti delle strutture private ma anche di quelle pubbliche, a garanzia dell'utenza».