"Fermati dal covid e dalla mancanza di spazi"

Le associazioni culturali stanno preparando la nuova stagione

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Le iniziative culturali in città ripartiranno con la disponibilità di spazi sul territorio. A crederlo diverse realtà dell’associazionismo pesciatino in un bilancio delle conseguenze della pandemia. Sebbene la pausa estiva abbia fornito l’opportunità di organizzare alcuni eventi, le misure prese a primavera e le progressive limitazioni a ottobre, hanno costretto le associazioni a ripensare le loro attività pubbliche nell’attesa della riapertura. "Abbiamo sospeso le attività perché non avevamo un luogo dove incontrarsi, un elemento importante per una compagnia teatrale - racconta Tania Pasquinelli, presidente dell’associazione Teatro dei Garzoni - non abbiamo spazi per le prove, dunque non possiamo provare, stiamo lavorando alla scrittura di nuovi progetti". Ad agosto i Garzoni avevano potuto contare sull’arena allestita in piazza del grano per riconnettersi con il pubblico, ma la chiusura del teatro Pacini non gli ha permesso di avere un palco dove continuare a lavorare. Anche Maurizio Giunti, co-fondatore dell’associazione culturale Lucignolo, evidenzia come la pandemia abbia impedito di andare il 25 Aprile nelle piazze di Pescia con Sarabanda e come la mancanza di una sede abbia reso difficile coprire le spese: "La cosa che manca di più di tutti è l’aspetto economico, con la sede organizzavamo eventi che permettevano di portare gli spettacoli sul territorio". Un lavoro sottotraccia anche per la banda musicale "Gialdini" che, pur avendo degli spazi propri, a causa delle misure di distanziamento ha dovuto utilizzare gli spazi concessi dal Mefit nel nuovo mercato dei fiori per preparare il concerto di Santa Cecilia. "La pandemia ha dato grossi problemi, avevamo in programma diverse cose che abbiamo dovuto rimandare, – ricorda il preisdente Roberto Rossi - abbiamo riattivato la scuola e stiamo preparando importanti progetti per la il 2021". La scommessa delle associazioni è continuare a lavorare per poter riportare la loro offerta culturale nei luoghi e negli spazi persi a causa della pandemia.

F.U.