"FdI, il successo ha radici profonde E per la Regione sono ottimista"

Capecchi e la "ricetta" della destra pistoiese che vince e governa: "C’è un gruppo dirigente unito. Siamo rimasti gli stessi anche nelle difficoltà. Meloni? Venne qui quando mi candidai a sindaco"

Se è vero che i meriti della travolgente ascesa di Fratelli d’Italia a Pistoia sono molteplici, è altrettanto vero che è impossibile non pensare ad Alessandro Capecchi come una delle figure imprescindibili della scena politica del centrodestra negli ultimi 25 anni. Uno degli uomini, insomma, che il successo delle ultime politiche lo hanno costruito nel tempo. Classe 1973, avvocato, Capecchi è stato consigliere comunale a Pistoia dal 1998, prima con Alleanza Nazionale e poi con il Popolo della libertà. Dopo lo scioglimento di quest’ultimo, insieme all’attuale sindaco Tomasi, ha fondato il gruppo consiliare "Pistoia Domani". Candidato sindaco nel 2007 (all’inaugurazione del suo comitato presenziò anche Giorgia Meloni, la più giovane parlamentare della legislatura dell’epoca), portò al ballottaggio il centrosinistra fermandosi poi al 47% dei consensi, mentre nel 2008 ha sfiorato l’ingresso alla Camera. Rieletto in consiglio comunale nel 2012 con quasi 600 preferenze personali, dopo la storica vittoria del 2017 ha rivestito la carica di assessore all’urbanistica, salvo poi dimettersi per candidarsi alle regionali del 2020. L’iscrizione a Fratelli d’Italia risale soltanto al 2018 ("anche se ero a Roma, nel 2012, quando Crosetto prese in braccio la Meloni") ma la sua importanza all’interno del partito (è responsabile per le autonomie locali, oltre che consigliere regionale) è indubbia. Così come lo è a livello locale, appunto.

Capecchi, cosa prova a guardarsi indietro, alla luce degli attuali successi?

"Grande soddisfazione e grande orgoglio, sicuramente. Siamo partiti da lontano, eravamo una sparuta ma volitiva minoranza. In breve tempo portai il circolo territoriale di An a quota 150 iscritti, per dirne una. Ricordo che quando mi confrontavo con alcuni notabili pistoiesi, il refrain era ’siete bravi e vi impegnate molto per il territorio, ma qua non vincerete mai’. Io invece ho sempre sostenuto che se le idee camminano sulle gambe di persone giuste e corrette, non bisogna porsi dei limiti. E i fatti parlano chiaro".

Quando è scattata la scintilla, se un momento preciso c’è stato?

"L’onda stava già montando nei primi anni Duemila: a Pistoia arrivammo al ballottaggio, l’anno successivo ci fu la vittoria alle politiche. Fu Alleanza Nazionale a creare i giusti presupposti. Certo, non possiamo dimenticarci del passo indietro nel 2012, ma comunque il dato pistoiese fu superiore alla media nazionale. Da lì non ci siamo più fermati. La chiave? Negli anni il gruppo dirigente è sempre rimasto lo stesso, nonostante le difficoltà. Io, La Pietra, Tomasi, Semplici, Cipolla, Zuccherini, Barbarito, il compianto Ceccarelli. Una classe dirigente che, negli anni, ha saputo fare squadra e costruire".

I risultati su Pistoia sono stati eclatanti. Se li aspettava?

"Abbiamo avuto un successo rilevante sia in termini provinciali che per la conferma dell’amministrazione. In provincia siamo il primo partito, con risultati eclatanti a Marliana, Abetone Cutigliano, Montecatini, Pescia e Ponte Buggianese, solo per citare alcuni comuni e questo ci chiama ad essere ancora più seri, rigorosi e preparati ad ogni livello, sperando che i nostri parlamentari, a cominciare dal riconfermato senatore La Pietra, possano ambire anche a ruoli di governo".

L’unico rammarico resta la Regione.

"Amministriamo 7 comuni capoluogo su 10, a ben vedere. Tuttavia, soprattutto a Firenze, prevale ancora un voto ideologico. Ma anche lì ci siamo rafforzati, sono ottimista per il futuro. Del resto adesso ci sono condizioni assai migliori di quelle passate, abbiamo un programma serio - con in prima fila le infrastrutture - e possiamo contare su proposte convincenti e persone preparate. Tomasi capofila? E’ prematuro per parlarne, i flussi del consenso sono ancora repentini. Speriamo che il governo nazionale ci possa garantire una spinta decisiva".

Alessandro Benigni