Coronavirus, centro accoglienza Vicofaro: dal 6 aprile primi trasferimenti

Lo annuncia il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli

Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia

Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia

Pistoia, 4 aprile 2020 - «Recentemente, in un mio intervento pubblico – tenuto conto della drammatica situazione di emergenza sanitaria venutasi a creare nel nostro paese – ho preannunciato che ci si sarebbe impegnati a diminuire il numero di presenze nel centro di Vicofaro per garantire la salute degli ospiti della struttura e della popolazione vicina. Ad oggi, e tra grandi difficoltà, posso annunciare che sono stati reperiti e approntati primi posti per lo spostamento di un primo gruppo di persone, un trentina circa, che avverrà a partire da lunedì 6 aprile».

Così il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, in una nota. «La diocesi – prosegue monsignor Tardelli -, allo stesso tempo, continua nella ricerca di altre strutture, volta a rendere il numero di accolti nei locali parrocchiali del tutto sostenibile. Risulta a tutti chiaro, infatti, che la situazione all’interno dei locali della parrocchia e della chiesa stessa è inconciliabile con l’emergenza sanitaria causata dall’epidemia di Covid-19 e neppure con una serena convivenza tra stessi ospiti, i parrocchiani e gli abitanti del quartiere di Vicofaro».

«Ricordo a tutti – prosegue il vescovo - che già nei mesi scorsi, negli incontri del tavolo di lavoro da me promosso, sono emerse proposte concrete volte, soprattutto, a superare lo stato di evidente difficoltà e sovraffollamento in cui si trova il centro ormai da troppo tempo. Una situazione, peraltro, costantemente denunciata dallo stesso don Massimo. L’azione della diocesi va nell’ottica, ovviamente, di garantire - per quanto possibile in questa situazione del tutto straordinaria - agli ospiti di Vicofaro un percorso d’integrazione, sicurezza e decoro, che vada di pari passo con la necessaria convivenza di vicinato. Per questo si è realizzata una rete nella quale collaborano varie associazioni e strutture specializzate nei percorsi di accoglienza e promozione di una integrazione di prim'ordine. L’intento, quindi, è quello di garantire in primo luogo la sicurezza degli ambienti scelti da tutti i punti di vista ma anche di proporre ai migranti un percorso completo d’integrazione».

«Mi preme sottolineare nuovamente un fatto che dovrebbe essere di assoluta ovvietà – conclude monsignor Tardelli -: è necessario che ogni tipo di strumentalizzazione politica resti fuori da questa vicenda. E’ proprio fuori luogo in questo momento. Questo è l’appello che ho fatto fin da principio e che intendo ripetere, fiducioso, ancora una volta. Gli interventi in programma si rendono necessari, ancor più urgenti, proprio in nome dei fratelli migranti, in questo frangente così pericoloso per tutti e in vista di quell’accoglienza duratura, gioiosa e volta all’integrazione più volte richiamata dal Santo Padre, in un clima di serenità e reciproco arricchimento. A tutti gli attori di questa vicenda è chiesto, quindi, di usare la migliore volontà e capacità di equilibrio, per favorire un rapido ritorno a un contesto di tranquillità e fiducia».