Cleptomane dopo gli abusi sessuali, assolta per i furti

Era stata denunciata dopo aver rubato negli scaffali dei supermercati

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Pistoia, 19 aprile 2018 - Un impulso incontrollato, ma con radici che affondano in un drammatico vissuto infantile, dove gli abusi sessuali subiti hanno lasciato una traccia inestinguibile, che la porta a rubare piccoli oggetti senza che se ne renda conto, senza riuscire a dominare il desiderio di infilare in borsa quello che attira la sua attenzione. E’ per questo che, una donna di 50 anni, di Prato, è stata assolta dall’accusa di furto. Perché la sua cleptomania costituisce un vizio totale di mente, non si rende conto di quello che fa. Un caso singolare approdato in tribunale a Pistoia, in questi giorni, davanti al giudice monocratico Jacqueline Monica Magi.

La donna era stata "pizzicata" da vigilanti e forze dell’ordine nei supermercati pistoiesi. Dagli scaffali aveva prelevato oggetti di vario tipo ed era stata denunciata alla magistratura fino ad affrontare il processo in cui era difesa dall’avvocato Alessia Ratti del foro di Firenze. Ma il dibattimento pistoiese si è, per come dire, arricchito, di una precedente consulenza che lo stesso giudice Magi (all’epoca al tribunale di Prato), aveva disposto, nei confronti della stessa imputata, quando la donna aveva dovuto affrontare, circa quattro anni fa, un processo fotocopia a Prato, sempre in seguito a piccoli furti nei supermercati. All’epoca le sue condizioni psichiche erano state valutate da Marina Zazo, psichiatra e psicoterapeuta di Pisa, che lavora all’Università degli Studi di Firenze.

L’esperta, dopo gli accertamenti svolti per il tribunale di Prato, aveva già stilato un profilo dell’imputata fissando il suo disturbo, ovvero la sua cleptomania, come un impulso incontrollato che andava a costituire un vizio totale di mente.

La perizia della dottoressa Zazo aveva delineato i motivi che inducono la cleptomania nella cinquantenne e che derivano, secondo la psichiatra, dalla violenza sessuale che la donna aveva subito da piccola. Il vizio totale di mente ne ha determinato quindi, per la seconda volta, la non punibilità, e quindi l’assoluzione che il giudice Magi ha pronunciato, nella giornata di martedì.