Il presidente di Spes Riccardo Sensi, la società partecipata che gestisce nella nostra provincia l’edilizia popolare, lo ha ribadito anche di recente come un tassello fondamentale per l’ente che presiede: uno step decisivo per risanare vecchie situazioni complesse sarà la sistemazione dei nuovi alloggi nell’area ex Ricciarelli, in corrispondenza della zona sud della stazione ferroviaria. In una recente delibera di Giunta ecco che arriva il passo in avanti atteso con l’approvazione della domanda di partecipazione del Comune al bando del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Cipess) tramite il deposito del progetto di fattibilità, redatto dalla stessa Spes, che servirà per la realizzazione di 16 alloggi di edilizia popolare nella suddetta area. In ballo c’è un investimento complessivo che viene stimato in 4 milioni e 843mila euro e spiccioli, da coprire tra il finanziamento chiesto alla Regione e gli oneri complessivi a carico di palazzo di Giano. Come si indica nella delibera, però, "devono essere garantite tutte le forniture e allacciamenti necessari alla piena funzionalità dell’organismo edilizio e degli alloggi, la completa urbanizzazione" che si completerà con l’acquisto dell’area da parte del Comune di Pistoia per provvedere ad integrare la quota parte già compresa nel finanziamento e rendere pienamente accessibile la parte edificata. A questo punto, quindi, la Spes deve solo mettersi in attesa di capire se la partecipazione al bando sarà vincente o meno per poi procedere con le successive progettazioni e riuscire, in tempi abbastanza celeri, a far partire tutti gli aspetti burocratici necessari.
La vicenda dell’area ex Ricciarelli è oramai pluriventennale tanto che il primo passo nell’allora Piano Regolatore per riqualificare la zona, prettamente industriale, risale addirittura al marzo 2002. Un piano che prevedeva il recupero e la demolizione di alcune parti arrivando ad una superficie complessiva di 5.975 metri quadri e, di questi, 3585 destinati a residenza. Poi la situazione è rimasta bloccata, in mezzo ad atti notarili, convenzioni e scadenze prorogate (attualmente l’ultimo differimento porta all’ottobre 2028). Nel 2021, però, si è cercato lo scatto buono inserendo il recupero e la costruzione di 32 alloggi di edilizia popolare nel tentativo del Comune di reperire fondi dal bando Pinqua (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare) che però ha visto il progetto finire in una posizione molto arretrata della graduatoria e, quindi, quel treno è stato perso. Di fatto, all’epoca, si parlava di 32 alloggi ed un finanziamento di 9 milioni di euro; oggi siamo a 16 case popolari con finanziamento richiesto di 4 milioni e 800mila euro (in mezzo il rialzo dei prezzi generalizzato da un paio d’anni a questa parte). Un progetto che prende spunto dal tentativo Pinqua non andato a buon fine con la speranza che, adesso, possa essere la volta buona anche perché comunque si andrebbe, in primis, a riqualificare una zona rilevante a due passi dalla stazione ferroviaria ma, soprattutto, si potrebbe aumentare la disponibilità di alloggi popolari in una città che ne ha bisogno.
S.M.