Accoltellò e picchiò novantenne. Condannato per tentato omicidio

Il ventenne reagì a insistenti avances: cinque anni e quattro mesi

Enrico Vellucci (sin.) comandante della Compagnia e Biagio D’Errico comandante della stazione di Montecatini

Enrico Vellucci (sin.) comandante della Compagnia e Biagio D’Errico comandante della stazione di Montecatini

Pistoia, 14 aprile 2018 -  Accadde  qualcosa di troppo, probabilmente, nell’appartamento dell’anziano, quasi novantenne, che aveva conosciuto pochi giorni prima, alla stazione di Montecatini e che lo aveva invitato a casa sua perché gli tenesse un po’ di compagnia. Qualcosa che scatenò la furia del giovane che accoltellò l’uomo procurandogli gravi ferite, per poi chiedere lui stesso aiuto, consegnandosi di fatto ai carabinieri perché credeva di aver ucciso l’anziano. Quel giovane di origini albanesi Marsel Selko, di 23 anni, accusato di tentato omicidio, è comparso ieri mattina davanti al giudice per le udienze preliminari Maria Elena Mele. Il processo si celebrava con il rito abbreviato e il giovane, tuttora detenuto, è stato condannato a cinque anni e 4 mesi di reclusione. Era incensurato. Gli sono state riconosciute due attenuanti: la diminuzione per la scelta del rito abbreviato e il recesso attivo, ovvero aver desistito dall’azione.

Il pubblico  ministero Linda Gambassi, che aveva diretto le indagini dei carabinieri, aveva chiesto 6 anni e 8 mesi di pena. Una vicenda drammatica i cui contorni ulteriori dovranno essere ancora chiariti perché, su alcune circostanze, come ci ha confermato il legale di Selko, l’avvocato Laura Bertinotti di Pistoia (d’ufficio), ci sono ancora indagini in corso, scaturite dalle querele presentate dal giovane imputato. I fatti sono recenti e si verificarono a fine novembre 2017 in un appartamento di Montecatini. Il giovane, domiciliato a Ponte Buggianese, fu arrestato subito dopo il violento episodio. Ai carabinieri di Montecatini aveva raccontato di aver conosciuto l’anziano il giorno prima, nella zona della Stazione di Montecatini. Avevano scambiato quattro chiacchiere. Poi, come era emerso dalle indagini, c’erano state fra i due anche alcune telefonate. Poi era avvenuto l’incontro, nel quartiere di via Indipendenza, si parlò di insistenti avances da parte dell’anziano, rifiutate con violenza dal giovane mentre i due si trovavano in cucina. E dal tavolo della cucina l’imputato aveva afferrato un coltello e aveva colpito.

L’anziano  era stato anche picchiato. La lama sfiorò la giugulare e la prognosi è ancora aperta, come ci ha spiegato l’avvocato di parte civile, Simone Sabbattini di Bologna. In seguito alle percosse il novantenne riportò la frattura del femore (oggi è in carrozzina), della mandibola e dell’orbita oculare. Entrambi hanno parlato ieri mattina, davanti al giudice.

«Avavamo chiesto l’abbreviato – ci ha spiegato l’avvocato Laura Bertinotti – condizionato all’ascolto della persona offesa. Il mio assistito ha confessato. Avevamo chiesto che gli venisse riconosciuto l’eccesso colposo di legittima difesa in presenza di una causa di giustificazione. Aspettiamo le motivazioni, poi porteremo avanti le nostre ragioni in appello».

lucia agati