Pisa, si può fare di più

Possesso palla fra i migliori in Serie B, ma manca efficacia .

Pisa, si può fare di più

Pisa, si può fare di più

Ricercare la concretezza attraverso uno sviluppo armonioso della manovra, prediligendo una narrazione morbida rispetto al pragmatismo di un discorso diretto con la porta avversaria. Sintetizzando ai minimi termini il pensiero calcistico di Alberto Aquilani e scorrendo numerose statistiche stagionali, possiamo affermare che i concetti del tecnico romano funzionano a metà. A testimoniarlo ci sono i risultati e la classifica.

Un dato su tutti emerge in tutta la sua portata dalle trenta giornate disputate: dopo il Catanzaro, primo con il 57,7%, il Pisa è al secondo posto per possesso palla con il 55,9 %. Questa mole di gioco consente ai nerazzurri di sottrarre il pallone agli avversari per oltre la metà del tempo di gioco, ma proprio da qui iniziano i tasti dolenti. Perché se il dato dei tiri in porta subiti posiziona lo Sporting Club nella parte alta della graduatoria (111 conclusioni tentate dagli avversari, ottavo miglior rendimento cadetto), non altrettanto positiva è la voce relativa alle parate: Nicolas e Loria hanno fermato soltanto il 67,6% dei tiri, meglio soltanto degli estremi difensori di Lecco, Modena e Parma. Quest’ultima compagine è la cartina tornasole dei problemi nerazzurri: i portieri ducali hanno compiuto poche parate, a fronte però del numero minore di tiri subiti in tutta la cadetteria (appena 87). Proiettando lo sguardo verso la porta avversaria, la prospettiva cambia di poco: nonostante i tanti minuti trascorsi da inizio campionato con la palla fra i piedi, il gioco nerazzurro fatica a trovare lo sbocco giusto per concludere verso i pali. Nelle 30 partite giocate il Pisa ha tentato 369, settimo peggior dato del torneo, centrando lo specchio della porta avversaria nel 30,4% dei casi. La media è di 12,3 tiri in porta a partita per lo Sporting Club: la Cremonese, che di gol ne ha segnati soltanto quattro in più dei nerazzurri (40 contro 36), va al tiro mediamente 16,4 volte in un match.

Ma com’è possibile che la quantità di palloni macinata dagli ingranaggi pisani abbia una resa così scadente? Un indizio lo troviamo nella porzione di campo nella quale si svolge la manovra del Pisa: dei 12.708 passaggi completati (secondo miglior dato dopo i 13.837 del Catanzaro), il 79% vengono sviluppati fino alla linea della metà campo. La formazione di Aquilani, quindi, fa molta fatica a proporre il proprio palleggio fitto e ritmato dalla trequarti offensiva in poi, là dove possono essere creati i presupposti per affondare il colpo tra le maglie della difesa avversaria. Sono 462 i passaggi completati per arrivare a una conclusione: un dato che, nel rispetto dei verdetti emanati finora dal campo, pone il Pisa all’undicesimo posto.

M.A.

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