Il Pisa Sporting Club è avviato verso il quinto allenatore diverso negli ultimi cinque anni. Tra desiderio di sviluppo del progetto sportivo e finanziario ed esigenze dettate dai risultati di campo, la panchina nerazzurra negli ultimi campionati non ha avuto uno stesso proprietario per più di due tornei consecutivi. Questo primato spetta a Luca D’Angelo, che è anche il mister con il maggior numero di presenze durante la presidenza Corrado, vero e proprio architrave sulla quale il club ha poggiato poi le successive evoluzioni delle traiettorie percorse sul rettangolo verde. Il pescarese è entrato anche nella Hall of fame degli allenatori con più gare ufficiali alla guida del Pisa, sbaragliando il resto della concorrenza e piazzandosi alle spalle del mitologico Ging. D’Angelo ha conservato la guida della squadra dal 2018 al 2022: esattamente tre anni fa, giorno più giorno meno, i quadri dirigenziali nerazzurri decisero di dare l’arrivederci a D’Angelo scegliendo di dare una svolta al progetto sportivo.
Questa missione venne affidata a Rolando Maran, ma fin dalle prime uscite nella stagione 2022-2023 si comprese che questa decisione non avrebbe portato ai frutti sperati. Al punto che dopo appena sei turni di campionato, con il Pisa tristemente adagiato sul fondo della classifica con un solo punto, la dirigenza compì un passo che non si verificava dalla stagione di Serie C 2017-2018: venne comunicato l’esonero all’allenatore trentino. Per raddrizzare la barca fu richiamato alla chetichella D’Angelo, che fino all’inverno seppe fare di meglio. Attraverso una media inglese perfetta, il tecnico abruzzese riportò i nerazzurri nel pieno della bagarre dell’alta classifica, ma con la primavera la squadra perse inerzia e convinzioni e così al termine del campionato le strade con il Pisa si separarono di nuovo, stavolta definitivamente. Il secondo successore di D’Angelo venne individuato nel profilo di Alberto Aquilani: giovane, ricco di idee dense di contemporaneità sul piano tattico, vincente nel settore giovanile della Fiorentina. Anche in questo caso la scelta della dirigenza non si è rivelata azzeccata: nel calcio "cerebrale" dell’ex centrocampista della Roma molti giocatori nerazzurri si sono persi, finendo per dare vita a una stagione anonima più tendente alla depressione che all’esaltazione. Il resto è storia recente: un anno fa ad Aquilani venne comunicata la decisione di non proseguire con il rapporto di lavoro e il club si mise alla ricerca del profilo migliore al quale affidare il processo di ricostruzione del valore della rosa e dell’entusiasmo della piazza.
L’obiettivo, con Pippo Inzaghi, è stato indubbiamente centrato. Adesso, con il passaggio nella massima categoria, il coefficiente di difficoltà della missione è ancora più alto: individuare il tecnico giusto la A.
M.A.
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