
di Francesco Paletti
"Nagy? E’ talmente intelligente che è un allenatore in campo: per fortuna è ancora molto giovane, altrimenti potrebbe soffiarmi il posto" ha scherzato qualche giorno fa il tecnico del Pisa Luca D’Angelo. "Hjulmand? Nemmeno lui si rende conto di quanto sia forte" disse, invece, qualche un paio di mesi addietro l’allenatore del Lecce Marco Baroni. L’ungherese e il danese: il big match di lunedi al "Via del Mare" è anche una sfida fra metronomi. Perché lì in mezzo, proprio davanti alla difesa, Baroni e D’Angelo hanno due dei play-maker più forti del campionato. Fondamentali soprattutto in fase di contenimento e di avvio della manovra. Sempre un passo indietro rispetto ai primattori che giocano qualche decina di metri più avanti: Coda o Strefezza nel Lecce, Torregrossa o Puscas nel Pisa. Costruttori nell’ombra, soprattutto cacciatori di palloni in quella terra di mezzo fra difesa e centrocampo, in cui giganteggiano, sia pure attingendo a un bagaglio diverso.
Con 60 palloni vaganti recuperati, Nagy è il miglior centrocampista della B in fase d’interdizione, il secondo giocatore in assoluto della categoria, superato solo da Botteghin dell’Ascoli (62) che, però, di professione fa il difensore centrale. Hjulmand, invece, il terzo della categoria per tackle vinti (37): hanno fatto leggermente meglio solo Bellemo del Como e Branca del Cittadella. Spengono la luce delle fonti di gioco avversarie e accendono quella della propria squadra. Lo fanno dall’inizio della stagione.
Pure in questo caso basta scorrere i dati: l’ungherese è il centrocampista del Pisa che ha fatto più passaggi in tutto il campionato, il danese vanta lo stesso record nelle fila dei salentini. Proveranno a fare la stessa cosa anche lunedì e se ci dovessero riuscire, per gli avversari potrebbero essere problemi seri. Entrambi sono leader, anche in patria: Nagy è il faro della nazionale ungherese del ct Marco Rossi: l’esordio nell’amichevole contro l’Irlanda del Nord il 9 luglio 2015, a 20 anni compiuti da tre settimane. Da allora 59 presenze, sempre lì, in mezzo al campo, a dettare il ritmo. Hjulmand, invece, con la selezione nazionale danese non ha ancora esordito, ma è stato leader in tutte le nazionali giovani, dall’Under 18 fino all’Under 21. L’esordio, comunque, è solo questione di tempo assicurano gli addetti ai lavori. Come l’approdo a un grandissimo club: a gennaio si era fatto avanti il Torino ma il corteggiamento fu rispedito al mittente dal club giallorosso. Nelle ultime settimane avrebbe cominciato a sondare il terreno anche l’Inter. La sfida promozione passerà anche e soprattutto dai loro piedi: giocatori non sempre "appariscenti" e quasi mai in copertina, ma che determinano i veri equilibri sul rettangolo facendo ‘pendere’ il campo di gioco.
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