Morutan, voglia di fare la differenza Le sette meraviglie di Gliozzi

Una squadra pressoché perfetta: blindata la difesa, in controllo il centrocampo. Così i nerazzurri volano

Migration

LIVIERI 6. Il Brescia lo impegna soltanto con una punizione di Viviani dai trenta metri, che disinnesca con attenzione. Preciso anche nelle uscite.

CALABRESI 7,5. La sua crescita esponenziale dall’inizio della stagione è certificata con la prestazione contro le "rondinelle", la migliore dal suo arrivo all’ombra della Torre. Spinge, ringhia, rifinisce e gestisce con enorme esperienza il fardello del giallo nel finale di gara.

HERMANNSSON 7. Tiene a bada con mestiere e serenità le bocche da fuoco bresciane, ingaggiando un duello avvincente ai piani alti sia con Moreo che con Ayè, uscendo quasi sempre vincente.

BARBA 7. Nella coppia "poliziotto buono-poliziotto cattivo", il numero 93 indossa i panni dell’agente educato e galantuomo. Ogni suo intervento è pulito e perfettamente calibrato nel tempismo e nella misura.

JURESKIN 7. La sua prima gara dal 1’ all’Arena Garibaldi è una prestazione solida e concreta. In fase difensiva non concede niente agli avversari e appena può scatena i suoi cavalli per sprintare sulla fascia. Con una sua conclusione propizia anche il rigore.

ESTEVES 7. Entra in campo per tenere altissima la tensione sulla corsia esterna e spinge fino all’ultimo pallone.

TOURÈ 7. Sulla catena di destra ormai è uno degli interpreti migliori della categoria. Finalmente ha trovato continuità sia nella parte tecnica sia in quella mentale. Riesce a trovarsi sempre nel posto giusto quando deve interrompere il gioco avversario e contribuire a costruire la manovra nerazzurra.

DE VITIS 6,5. Congela tre palloni preziosi in mezzo al campo conquistando altrettante punizioni che fanno respirare i compagni.

NAGY 6,5. Il professore magiaro, quando i compagni girano a mille all’ora come contro il Parma, si limita alla "normale" amministrazione. Senza alcuna sbavatura.

MASTINU 6,5. Martella il Brescia sul centrosinistra senza alzare mai il piede dall’acceleratore, dimostrando di essere una garanzia in qualsiasi circostanza.

MARIN 6,5. Interdizione pulita e palleggio al fosforo quando si abbassa accanto a Nagy nel primo tempo, e anche quando prende il posto dell’ungherese nella ripresa davanti alla difesa.

TRAMONI 6,5: partecipa alla festa natalizia nerazzurra con un palleggio frizzante.

TORREGROSSA 7,5. Rende semplici anche i palloni più complicati. Nel primo tempo porta letteralmente a scuola i centrali delle "rondinelle", dando il "la" all’azione del rigore che stappa il match. Nella ripresa si diverte e strappa applausi a scena aperta a ogni giocata.

MASUCCI 7. Ha la carica agonistica di un diciottenne. Tano continua ad essere l’emblema più fulgido dello spirito del gruppo.

D’ANGELO 8. Che gli vuoi dire a un tecnico che, arrivato al capezzale di una squadra tremebonda all’ultimo posto in classifica, in due mesi e mezzo l’ha rivoltata come un calzino trasformandola in una macchina da guerra?

M.A.