L’analisi. Il primo nemico del Pisa è sé stesso

Il Pisa combatte principalmente contro se stesso, evidenziando errori di mentalità e scelte sbagliate che compromettono le prestazioni in campo. Gli approcci errati e le decisioni poco efficaci hanno pesato sulla stagione, richiedendo un lavoro di miglioramento per ottenere risultati migliori.

Il primo nemico del Pisa è lo stesso Pisa. Spesse volte nel corso di questa stagione ha dimostrato di ferirsi di più di quanto non lo facciano gli avversari. Sotto un punto di vista del gioco, quante volte avete visto la squadra di Aquilani totalmente in balia degli avversari? Oggettivamente, poche. Nella pancia dello stadio "Sinigaglia" di Como è riapparso il tema del "problema di mentalità", evidenziata dai capitani Caracciolo e Masucci nell’immediato post-gara, e ripreso da Aquilani che ha parlato dell’evidente approccio sbagliato. Sì, perché più di supremazia tecnico-tattica degli avversari, il "quarto d’ora d’orrore" è stato figlio soprattutto di demeriti, di scelte errate da parte dei nerazzurri. Una destabilizzazione, probabilmente anche derivata da una difesa a quattro oramai non più sostenibile dal Pisa, derivata anche dalle scelte. Come la scelta errata di servire in fase di rinvio Marin, in ricezione spalle alla porta con dietro un Como schierato e pronto ad aggredire, un errore tattico che anticipa quello tecnico del retropassaggio, che porta al 2-0. Un’altra scelta concettuale errata è quella di Barbieri, che nel momento di assalto dei nerazzurri tenta di controllare un pallone difficile a metà campo, scatenando il contropiede e il 3-1 di Cutrone.

Approcci sbagliati, errori di scelta, che il Pisa hanno pagato tantissimo in tutto il campionato. Si pensi alle tante espulsioni, come quella di Nagy con il Bari, di Calabresi a Cosenza, di Valoti con il Modena, per citarne alcune, a quei maledetti finali di gara che i nerazzurri hanno a lungo sofferto, figli spesse volte di un approccio sbagliato al momento. Concretezza. Questa è la parola ribadita da Aquilani nella conferenza pre-Como. Un gioco al servizio della giusta scelta: "Se torniamo cento volte dal portiere, è perché serve per sviluppare la manovra". Eppure, questa fase nell’ultima gara è apparso forzato, come ancora figlio di un dogma che ha portato all’errore. Scelte sbagliate, come nei passaggi finali, spesso mal calibrati. Un lavoro su sé stessi, che una volta limato porterebbe il Pisa dove gli compete, più in alto in classifica.

Lorenzo Vero

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