"Delusi, ma con le idee ben chiare La nostra serie A è il centro sportivo Ormai siamo una big di Cadetteria"

Il presidente nerazzurro analizza la stagione nell’ultima puntata de ‘La voce dagli spogliatoi’ "Il progetto non cambia e neppure gli investimenti. Continuiamo a crescere, la serie A poi verrà".

di Saverio Bargagna

Le parole dette e quelle mancanti. Le prime sono chiare e sono le regole che Giuseppe Corrado detta: il progetto aziendale non si specchia nei risultati sportivi. Una scissione : il presidente ribadisce, ancora una volta, che la crescita della società non è influenzata dai risultati contingenti siano essi buoni o (come in questo caso) deludenti. Il Pisa non naviga lungo le onde incerte di un pallone che rotola, ma dentro un progetto di investimenti più ampio. Ma vi sono anche le parole non dette, più difficili da interpretare. Nel lungo colloquio con Aldo Orsini – nell’ultima puntata de ‘La Voce dagli spogliatoio’ su Canale 50 – si parla di continuità societaria, ma mai di ‘continuità tecnica’. La sensazione che se ne ricava è un certo distacco, se così lo vogliamo dirla, dall’attuale guida di D’Angelo. Impressioni a parte, i nodi sciolti sono tre e tutti piuttosto facili da riassumere: la società va avanti con gli investimenti, entro settembre partiranno i lavori al centro sportivo ("più importante della serie A") e il mondo del calcio deve riscrivere parte delle proprie regole così tutelare (sul serio) chi opera nella correttezza.

Finale di stagione. "La delusione di queste ore – analizza Giuseppe Corrado – si trasforma in un riconoscimento al progetto. Nel 2016, volevamo alzare il livello di questa società e i sentimenti di queste ore rappresentano la conferma di esservi riusciti. Oggi la piazza è delusa per il mancato approdo ai playoff, mentre prima navigava nelle acque della serie D e della serie C. Questo scarto ci indica quanto, oggi, come oggi il Pisa sia considerato una realtà di vertice della Cadetteria. Siamo riusciti quindi ad intraprendere quel progetto di cresciuta di cui abbiamo sempre parlato".

Delusione. "Abbiamo finito la stagione peggio di come l’abbiamo iniziata – aggiunge Corrado al microfono di Orsini – e siamo delusi, ma siamo convinti del percorso che abbiamo fatto in questi anni". E ancora: "E’ chiaro – aggiunge – che anche noi, in qualche modo, siamo delusi dagli ultimi risultati. I playoff rappresentavano un obiettivo che non potevano non raggiungere ma, in un processo di crescita, ci possono stare anche simili annate. Il calcio però ci insegna come la vittoria non sia sempre sinonimo di crescita. Vi sono squadre, penso a Spal, Benevento o Crotone, che tre anni fa militavano in serie A e adesso si ritrovano in serie C. Le vittorie sportive non bastano. Bisogna consolidarci e per farlo occorrono infrastrutture".

Le scelte del futuro. Corrado non parla né di allenatore né di mercato: "Abbiamo le idee chiare e non abbiamo mai improvvisato – garantisce –. Dopotutto i dati a nostra disposizione sono molto più numerosi rispetto a quelli a disposizione di un tifoso che può osservare solo 90 minuti di partita. Noi abbiamo una infinità di parametri che ci arrivano dagli allenamenti, dalla frequentazione giornaliera del campo e dalle tecnologie. Godiamo di una radiografia completa di ogni giocatore che spesso ci rappresenta una realtà diversa da quella che può apparire. Quindi è prematuro parlare del futuro, ma faremo il meglio per la società".

Centro sportivo. "Vogliamo consolidare il nostro percorso in una categoria di livello nazionale avendo l’obiettivo di crescere ancora attraverso la creazione delle infrastrutture – aggiunge il presidente – A breve, al massimo entro settembre, partiranno i lavori del centro sportivo. Poi faremo gli ultimi passi per lo stadio. Per dare continuità ai risultati sportivi dobbiamo creare delle basi che permettono di continuare. Questa è la scelta imprenditoriale che sta portando avanti Knaster e che porterà entusiasmo e soddisfazione. Così facendo raggiungeremo la serie A e non sarà per caso".

Le regole da riscrivere. Corrado si lancia in un’analisi più politica del mondo del calcio: "Occorre una riforma dei campionati, ma anche una riforma della giustizia sportiva – chiosa il presidente – che garantisca chi opera nel rispetto delle leggi. Servono regole che non equiparino il ‘fesso’ che paga tutto con chi, invece, fa il furbo. La serie B vuol fare chiarezza su questi aspetti, ma le norme possono essere cambiate soltanto dalla Federazione. Questi temi non possono più essere rimandati".

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