"Con questi calciatori mi sento forte"

Maran e la vigilia del match col Venezia: "Io in bilico? Non devo trasmettere ansie personali". E D’Angelo aspetterà fino a domenica

Migration

di Saverio Bargagna

"Quello che conta è il Pisa, non il mio futuro. Tuttavia è logico che una partita come quella di Venezia diventi molto importante, anche se non dobbiamo pensarla decisiva. Viviamola con serenità. La squadra ha lavorato bene e io, grazie a loro, mi sento forte". Rolando Maran sa benissimo di essere fra color che stan sospesi: Venezia rappresenta il punto di svolta anche personale. Una vittoria e la panchina è salva. Una sconfitta (forse anche un ’pareggino’) e l’esonero appare certo. Nelle ultime ore il giornalista Gianluca Di Marzio ha confermato quanto andiamo scrivendo ormai da giorni: D’Angelo ha messo in stand by il Como fino a domenica attendendo un’eventuale chiamata da Pisa. Il ritorno di D’Angelo – se le cose dovessero malauguratamente mettersi male in Laguna – sarebbe di gran lunga la scelta più logica sia dal punto di vista tecnico (arriva un allenatore che conosce già la squadra) che (anche se non è simpatico fare i conti in tasca agli altri) economico.

Ad ogni modo Maran affronta il momento con estrema signorilità e altrettanta franchezza: "Finita una giornata lavorativa mi chiedo sempre se potevo fare e dare di più – dice –, sono il primo a mettermi in discussione. Tuttavia, sono stato chiamato qui a Pisa per portare avanti un progetto e trasmettere a questa squadra i giusti insegnamenti. Non ho ansie personali da riversare su di loro, me ne guardo bene. L’allenatore deve fare il bene dei propri ragazzi a prescindere da tutto quello che abbiamo intorno. Io, tuttavia, vedo che la squadra sta spingendo tutta dalla stessa parte. Ma non per salvare me, ma perché tutti noi abbiamo una grande voglia di riscatto. Abbiamo intrapreso un percorso tortuoso e difficile, ma sono sicuro che arriveremo presto ad essere una squadra in grado di rompere le scatole a tutti quanti gli avversari. Oggi questo traguardo appare lontanissimo, in realtà siamo molto più vicini di quanto si creda".

E ancora: "Sono concentrato su quello che c’è in campo e non ascolto altro. In questo momento è necessario essere lucido. Quando dico che la settimana di allenamento è stata importante significa che sono certo che possiamo fare bene. Ma vuol dire anche che non accetteremo più di essere in balia degli eventi e che saremo squadra fino alla fine al di là del risultato che andrà a maturare. Non ci faremo condizionare dagli episodi". Maran difende i suoi calciatori, anzi arriva a coccolarli: "Nagy è stato fuori, poi abbiamo parlato. In questi giorni si è allenato con una grinta incredibile e ciò mi ha colpito. Penso a lui, ma in realtà mi rivolgo all’intero gruppo: con loro mi sento forte".

Del Venezia, Maran non vuol parlare: "Qualsiasi avversario adesso per noi sarebbe uguale. Non ci interessa". Però non cambierà (o almeno così sembra di capire) l’assetto tattico del suo Pisa: "Abbottonarci ancora di più? Siamo una squadra che concede poco anche se sembra assurdo dirlo. La realtà è che paghiamo a caro prezzo le azioni che concediamo. In questo momento dobbiamo andare contro a tutto: perfino ai numeri". Per il tecnico basterebbe sbloccarsi per poi spiccare il volo: "Quello che vedo è grande attaccamento e mi dispiace perché non riusciamo a portare in campo tutto quello che facciamo. Io sono il testimone di un impegno condiviso e costante. C’è però qualcosa, dal punto di vista psicologico, che ci tormenta. Un aspetto mentale che ci sta frenando. Confidiamo che una scintilla possa aiutarci. Se non fosse così sarei preoccupato, in realtà sono e siamo tutti avvelenati e dispiaciuti".