Pisa, è derby con il Livorno: «Abbiamo un unico obiettivo: i tre punti»

Le attese della vigilia, parla Petrone, che spiega come affronterà la sfida

Il tecnico del Pisa Petrone

Il tecnico del Pisa Petrone

Pisa, 14 aprile 2018 - Un uomo con la spalle larghe la paura non sa nemmeno cos’è. Se tira freddo, alza il bavero e corregge il caffè. Se è nerazzurro e deve affrontare il derby con il Livorno, lavora senza sosta, impara gli schemi, ripete i movimenti per affinare l’intesa con i compagni, prova e riprova i calci da fermo.

Poi, si scalda e va in campo. A testa alta, concentrato, agguerrito, consapevole. «La paura non fa parte del nostro vocabolario» dice con garbo, ma con tono deciso Mario Petrone nella conferenza stampa di presentazione della sfida di oggi (ore 17), cercando di far passare il messaggio di non aver mai visto i suoi giocatori intimoriti, neanche quando, pochissime settimane fa, ha preso la guida di quella squadra in crisi di risultati e, piano piano, la sta plasmando. Con due certezze: due vittorie e la ritrovata fiducia in se stessi.

Ed è dall’undici che ha conquistato quei sei punti, che Petrone riparte oggi a Livorno: «Il gruppo ha bisogno di certezze». Il che non significa che l’allenatore non abbia già messo in conto di mutare schieramento e modulo a gara in corso «L’idea è quella di dare certezze alla squadra. Lavoriamo sulle caratteristiche dell’avversario, ma il nostro modo di stare in campo non deve cambiare. La formazione è fatta, ma cambierò in corsa».

Manca solo Mannini oggi; gli altri ci sono tutti. Anche chi dovrà stringere i denti: Izzillo e Birindelli con Sabotic giocherà con il polso ‘protetto’; Ingrosso è a disposizione, ma deve completare un percorso di crescita: «È pronto per giocare però dobbiamo valutare bene tutto. Quando giochi per vincere devi imporre il tuo gioco. Possiamo farlo. Dobbiamo farlo».

Non c’è bisogno di essere l’allenatore del Pisa per conoscere l’arcobaleno di emozioni e motivazioni che rendono la sfida con il Livorno «il» derby, ma essere l’allenatore del Pisa nella gara che può valere il sorpasso ha un sapore speciale.

«Il significato della gara, al di là dell’oggettiva importanza per la classifica, mi è sempre stato chiaro. Avrei voluto essere in panchina anche nella gara di andata, ma sono arrivato a cinque giornate dalla fine e ho dichiarato senza tentennamenti che voglio cinque vittorie. Se poi, una di queste, deve passare dall’Ardenza, noi ci saremo. E non sarà una gara facile. Guardate la rosa dei livornesi, ci sono giocatori di assoluto valore. Quasi tutti hanno militato in serie B. Gente agguerrita, gente di esperienza, ma noi siamo pronti. Abbiamo lavorato per migliorare alcuni errori». Si riferisce ai calci piazzati l’allenatore nerazzurro: sempre rischiosi se si subiscono; ma perfetti per risolvere le situazioni se si ha il pallone fra i piedi.

È alto il rischio che la partita diventi tattica – la posta in palio è altissima per entrambe le formazioni – così i nerazzurri cercheranno la massima concentrazione sui calci piazzati: per sbloccare il risultato, per evitare di esseri colti in fallo. Hanno provato e riprovato i calci di punizione e d’angolo. «Le palle inattive sono molto importanti, queste partite qua possono sbloccarsi su un episodio. Anche se – aggiunge – per quello che è il nostro modo di stare in campo noi non giochiamo col braccino corto, ma pensiamo di imporre sempre il nostro gioco. Siamo in un momento della stagione dove è normale che si paghi qualcosa dal punto di vista fisico e stiamo lavorando in questo senso per arrivare fino alla fine nel migliore dei modi. Per noi sono tutte finali e le vogliamo vincere. Tutte».