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Il "cordone" della Curva. Gli ultrà scudo per i giovani
di Gabriele Masiero
Un’immagine tra le tante che ieri e oggi documentano il grande corteo di dopo le manganellate del 23 febbraio agli studenti è il "cordone" di sicurezza che gli ultrà della Curva Nord hanno improvvisato davanti alla questura a protezione degli studenti stessi. Proteggendoli dal rischio di infiltrazione di chi volesse ulteriormente strumentalizzare la legittima rabbia di questi adolescenti in piazza per urlare agli adulti che la pace è una necessità immediata. Perché quello che vogliono difendere è il loro mondo di domani e che lo vorrebbero migliore di come glielo stiamo lasciando. Un’istantanea, quella di via Di Simone all’angolo con via Lalli, che, forse, ci può aiutare a capire meglio quello che potrebbe accadere in futuro quando l’inchiesta della procura sulle cariche davanti al "Russoli" entrerà nel vivo.
La "protezione" della Curva Nord ai "bimbi" non è stato un gesto casuale. E’ stato un blitz improvviso, certo. Ma non una circostanza fortuita. E’ stata una scelta concordata. Un messaggio chiaro a chi, in nome della propria idea politica è pronto a cogliere qualunque pretesto per intestarsi una porzione di conflitto sociale. E ha funzionato, perché il corteo di ieri ha avuto una sola criticità: l’acquazzone iniziale che ha reso fradice le teste di questi ragazzini: capelli di mille colori che si sono in fretta asciugati al sole. Facce adolescenti e orgogliose tirate dalla palpabile tensione iniziale e ben presto scioltesi in sorrisi, canti e balli in nome del cessate il fuoco. Con quelle infaticabili pettorine arancioni indossate dal servizio d’ordine "democratico" dei liceali del "Russoli". Fuori dal corteo polizia e carabinieri in borghese. Qualche centinaio di metri più avanti una Volante della polizia e le pattuglie dei vigili urbani. I rinforzi arrivati da fuori, dislocati a presidiare la sinagoga, il cimitero ebraico e gli altri obiettivi sensibili. Nelle oltre 4 ore di corteo non c’è stato nulla che non fosse legittimo. Da una parte e dall’altra. Al punto che l’arrivo in piazza dei Cavalieri è sembrato lo sbocco naturale di tantissime altre manifestazioni studentesche. Perché il gioiello dei Vasari è da sempre la casa dei giovani di Pisa. Siano essi i loro figli o i ragazzi che qui vengono a formarsi.