Francesco trovato morto in strada Coppia sarà rinviata a giudizio

Per la Procura, nell’auto ‘killer’ c’erano i due (a processo) e lo zio di lei che si trova in Sud America: è stato cercato

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Per la morte di Francesco Avino, si terrà un processo. Dopo quasi 5 anni e indagini non facili, sono due le persone che per la Procura (ha coordinato il caso la pm Miriam Pamela Romano) causarono l’incidente nel quale perse la vita lo studente volontario della Pubblica assistenza, Francesco Avino, 22 anni di Migliarino. Ieri mattina la giudice per le indagini preliminari, Nunzia Castellano, ha rinviato a giudizio la coppia che, secondo l’accusa, si trovava a bordo dell’auto che avrebbe provocato la caduta del giovane. A lui (un 35enne di Ariccia, Roma), si contesta l’omicidio stradale, a lei (30enne originaria del Sud America) il favoreggiamento. Ma, secondo quanto verificato, a bordo (potrebbe essere stato lui a guidare) c’era anche lo zio (intestatario dell’auto) di lei. Cercato a lungo, prima in Svizzera e poi in America con una seconda rogatoria internazionale senza esito. Il ragazzo morì quasi subito. Il volontario della Pa di Pisa (era ottobre 2017) fu trovato a terra da un soccorritore (come lui) di passaggio sull’Aurelia, a pochi passi, fu rinvenuto il suo Liberty, ma non ci fu nulla da fare. Secondo la Procura chi era al volante di una macchina di passaggio provocò, anche se non direttamente ma con una manovra azzardata, il volo sull’asfalto dello studente che era in sella al suo scooter. La vettura è intestata a un cubano prima residente in Svizzera, ora in America. L’uomo in una lettera aveva affermato che stava guidando lui e non il nipote acquisito. Ma ci sono dubbi.

Antonia Casini