Dramma morti bianche . Nel 2023 meno vittime. Ma i nodi restano tutti: "Spingere la formazione"

Gli incidenti mortali sul lavoro sono stati 4 contro i 7 registrati nel 2022. Pisa è al settantanovesimo posto in Italia. L’analisi dell’Osservatorio Vega.

Dramma morti bianche . Nel 2023 meno vittime. Ma i nodi restano tutti: "Spingere la formazione"

Dramma morti bianche . Nel 2023 meno vittime. Ma i nodi restano tutti: "Spingere la formazione"

Lo scenario che abbiamo davanti resta drammatico: di lavoro si continua a morire. Ogni evento che si verifica – va ricordato – è una sconfitta per la società nel suo complesso, ogni incidente mortale segna una lacerazione profonda sia in chi ne subisce gli effetti diretti, come la famiglia e i colleghi di lavoro, sia nell’opinione pubblica. E anche quando i numeri sono in relativo calo rispetto agli anni precedenti, basta una semplice analisi per rendersi conto che il quadro è ancora preoccupante. Infatti, secondo gli analisti, il lieve calo che registra il 2023 probabilmente è conseguenza del maggior ricorso al lavoro in smartworking avvenuto in questi anni post pandemia.

Ma vediamo il quadro del nostro territorio. Nelle 105 province italiane – messe sotto la lente dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega – la provincia di Pisa è al 79esimo posto (nel 2022 era al 43esimo) : una posizione dovuta ai 4 infortuni dall’esito mortale che sono avvenuti nel 2023 (nel 2022 erano stati 7). L’indice di incidenza per la provincia di Pisa è del 22,1% calcolati sulla popolazione degli occupati che conta 181.135 unità. Degli infortuni mortali del 2023, ricordiamo, quello avvenuto a Santa Croce sull’Arno, l’estate scorsa, ove un operaio ha perso la vita mentre stava lavorando alla manutenzione di una cisterna nel depuratore Aquarno insieme ad un collega. Complessivamente la Regione Toscana è al 19esimo posto, con 33 decessi sul lavoro nell’anno che si è appena chiuso alle nostre spalle e un ’incidenza che si allinea a quella della provincia pisana: 20,4%. Gli occupati totali nella regione sono oltre un milione e 600 mila. Numeri che pongono il Granducato e, quindi, complessivamente le sue province in quella che viene definita zona bianca dall’Osservatorio: le regioni più sicure, sono: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta. Pisa conta lo stesso numero di incidenti mortali sul lavoro di Siena e Lucca. E tutte e tre queste province sono seconde a Firenze. Il settore delle costruzioni si conferma a fine 2023 quello in cui, nell’anno, sono avvenuti più infortuni mortali, seguito dal settore dei trasporti e magazzinaggio, dalle attività manifatturiere e dal commercio.

Secondo la fotografia scattata a livello nazionale dall’Osservtorio per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, ad esempio, il rischio di morire sul lavoro – dati alla mano : è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (138,3), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (60,7). Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega dice: "La formazione, infatti, rimane sempre uno dei principali fattori per ridurre gli infortuni, ma evidentemente dobbiamo riuscire ad incidere in modo molto più efficace anche sui lavoratori stranieri, superando le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e ad un background culturale molto diverso dal nostro". Un dato positivo, comunque, è che le denunce di infortunio totali (mortali e non mortali) sono in diminuzione.

Carlo Baroni