Un pezzo di Lega in piazza contro il Green Pass

Stasera in piazza una trentina di parlamentari leghisti, da Claudio Borghi ad Armando Siri, per protestare contro il “passaporto verde” deciso dal Governo di cui la Lega fa parte

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Roma, 27 luglio 2021 - C’è una Lega di lotta e una di governo. C’è sempre stata, fin dai tempi di Umberto Bossi. La Lega di Matteo Salvini è nella maggioranza che sostiene Mario Draghi, ma sulle misure di contenimento del coronavirus non mancano parecchi distinguo (a voler usare espressioni eufemistiche). Per esempio sul Green pass, in partenza dal 6 agosto. Stasera alle 20 diversi parlamentari di peso, in totale dovrebbero essere una trentina, da Alberto Bagnai a Claudio Borghi, da Armando Siri a Simone Pillon, fino al capogruppo al parlamento europeo di Identità e Democrazia Marco Zanni, scenderanno in piazza del popolo a Roma per una manifestazione organizzata dal Comitato libera scelta (le manifestazioni sono programmate anche in altre piazze, da Milano a Palermo).

“Vado in piazza perché è la naturale prosecuzione delle iniziative fatte in Senato per dare uno sguardo più approfondito al tema, con l’aiuto di scienziati e tecnici. Vado per manifestare contro quel tipo di discriminazione introdotta con il Green pass”, ha detto Siri, tra gli organizzatori della manifestazione, all’AGI. “In primo luogo, non ritengo che ci siano i dati per poter nuovamente restringere le libertà fondamentali. Abbiamo riaperto tutto quando il tasso di occupazione delle terapie intensive era al 30%; adesso iniziamo con le limitazioni al 2%, mi sembra assurdo”. Insomma, ha aggiunto Siri, “vado in piazza perché è giusto rispettare la libertà di scelta di ciascuno. Io non sono vaccinato contro il Covid. Ma non sono ‘no vax’, non ho niente contro chi si vaccina. Allo stesso tempo però non vedo perché si debba imporre a qualcuno di farlo contro la sua volontà. In piazza ci sono tantissimi vaccinati”. In piazza anche il deputato no euro Borghi, toscano d’adozione:

“Vado in piazza in primo luogo perché come Lega siamo stati costretti a fare una battaglia nei posti sbagliati. Abbiamo fatto la battaglia in cabina di regia e in Consiglio dei ministri, mentre sarebbe stato opportuno che questa battaglia fosse fatta in Parlamento. Invece in Parlamento di queste cose non si parla anche se il governo avrebbe avuto tutto il tempo di fare un giorno di comunicazioni alle Camere. Purtroppo le Camere vengono informate a cose fatte. A me non rimane che manifestare in piazza. Stiamo raccogliendo tante adesioni importanti e - spero - trasversali”.

Resta da capire quanto potranno coesistere, dentro il governo Draghi, forze politiche fra di loro così disomogenee, specie in un momento così complesso. “Credo che la Lega dovrebbe dissociarsi formalmente dalle manifestazioni contro il Green Pass come quelle di questa sera e sconfessare chiaramente quei suoi esponenti che fanno campagna attiva al riguardo. Non mi pare tempo di ambiguità, né tema su cui sono tollerabili furbate”, twitta il deputato del Pd Filippo Sensi.

Peraltro, a proposito di incompatibilità interne alla maggioranza, non c’è soltanto la Lega alle prese con il Green Pass. Si pensi al duello sulla riforma della Giustizia portato avanti dal M5s. Tra pochi giorni inizia il semestre bianco, durante il quale il presidente della Repubblica non può sciogliere le camere, e c’è da immaginarsi che le turbolenze e i maldipancia aumenteranno.