Firenze, 14 giugno 2021 - Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, ha vinto le primarie del centrosinistra a Torino. Pochi i votanti (nemmeno dodicimila), un dato di cui già si discute nel partito di Enrico Letta, dove si dà soprattuto colpa all’emergenza sanitaria: “Queste sono le prime attività del post Covid, sono naturalmente con numeri più ridotti rispetto a prima”, ha detto Letta a Omnibus: “Tutte le iniziative che facciamo sono con numeri più ridotti, è ovvio, perché c’è un atteggiamento di ripartenza lenta. Quindi è assolutamente nella logica delle cose che la partecipazione fisica a queste genere di attività fosse molto più ridotta, molto più bassa”.
Lo Russo ha preso 4.229 voti, il 37 per cento del totale, superando il candidato civico Francesco Tresso, che ha preso 3.932 voti pari al 35 per cento. “Un tempo sarebbe stato un evento di interesse nazionale, ora è una vicenda marginale, quasi irrilevante. Triste, e non meritato, declino di uno strumento democratico con grandi potenzialità”, ha detto Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend.
Il dato più interessante è quello politico, in una città che dal 2016 è amministrata dal M5s e da Chiara Appendino, che da tempo ha spiegato che non si ripresenterà. Lo Russo, docente universitario (è ordinario al Politecnico di Torino), fresco vincitore delle primarie, è uno dei più feroci oppositori dell’alleanza Pd-Cinque stelle e in questi anni ha attaccato spesso l’amministrazione Appendino. Profilo riformista, vicino al sindaco di Milano Beppe Sala e simpatizzante di Carlo Calenda, nel suo programma elettorale per le primarie aveva indicato le sue sei priorità per Torino: “Salute, Lavoro e sviluppo, Sicurezza, Lotta alle diseguaglianze, Cultura e Turismo, Ambiente e spazio urbano.
È su questi grandi temi che gli assi di intervento politico-amministrativi devono agire in modo cooperativo per trovare la strada necessaria al rilancio di Torino. L’impresa, la trasformazione fisica ed infrastrutturale, la cultura, la dimensione internazionale, il turismo, l’Università, l’innovazione e la ricerca, le politiche sociali. Tre sono i grandi nodi di fondo da affrontare per sviluppare le iniziative: le risorse economiche, le competenze amministrative, la macchina comunale”. Due infine, ha spiegato Lo Russo, “gli orizzonti di riferimento dentro cui operare: quello nazionale, in cui una Torino forte di visione, concretezza e capacità realizzativa si possa offrire come parte della soluzione dei problemi del Paese e quello europeo attraverso lo sviluppo di progettualità e percorsi che rientrano nel grande piano per la ripresa Next Generation EU e che permettano alla Città di tornare a giocare un ruolo distintivo e protagonista anche a livello internazionale”.