I Cinque stelle hanno portato i no vax in Parlamento

"Nel M5s abbiamo sempre riconosciuto l’importanza dei vaccini. Chi aveva posizioni estreme non fa più parte del Movimento”, dice Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Non è vero. Citofonare Paola Taverna e Alfonso Bonafede

Un presidio No Vax

Un presidio No Vax

Firenze, 1 settembre 2021 - I Cinque stelle sono arrivati in Parlamento e poi al governo grazie alla loro funzione di collettore di conati di vomito degli italiani. Non a caso hanno esordito con un gigantesco “vaffanculo”, gridato contro la classe dirigente che li aveva preceduti. Hanno sfruttato l’incazzatura di un pezzo consistente dell’elettorato e anche le fragilità dell’opinione pubblica più vicina ai “NO”. Compresa quella che diceva e dice tutt’ora no ai vaccini. Quei no vax non si sono limitati a votare per i Cinque stelle, sono arrivati in Parlamento, ricoprendo anche i vertici delle istituzioni.

Eppure, sostiene Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, “nel M5s abbiamo sempre riconosciuto l’importanza dei vaccini. Chi aveva posizioni estreme non fa più parte del Movimento”. Alcuni sono stati sì espulsi, ma il problema è che erano finiti nelle liste parlamentari dopo aver preso posizioni contrarie ai vaccini. Come Sara Cunial, che era stata candidata come capolista a Vicenza dopo aver detto che “il vaccino ai bambini è un genocidio”.

Altri poi sono ben saldi al loro posto. Si pensi a Paola Taverna, che nel 2017 diceva: “C’è una sentenza che sostiene che vaccino può causare autismo. La gente non si fida più e si chiede: le case farmaceutiche c’hanno un vaccino che non sanno cosa facce e ce lo vonno somministrare a noi?”. L’anno dopo, nel 2018, si lanciava in teorie immunologiche ragguardevoli: “Io quando ero piccola, quando avevo un cugino che aveva una malattia esantematica, facevamo la processione a casa di mio cugino, perché così la zia si ‘sbrugliava’ tutti e 7 i nipoti, tutti e 7 avevano la patologia e se l’erano levata dalle palle”.

Per non parlare di Alfonso Bonafede, già ministro della Giustizia, quando nel 2010 sul blog di Grillo annunciava garrulo che lo studio legale da lui fondato aveva vinto una causa in cui il giudice “ha ritenuto che non si poteva escludere il vaccino come con-causa dell’autismo. Un precedente giurisprudenziale storico”. E Beppe Grillo, come ha ricordato su Twitter Stefano Cappellini, nel 1998 pronunciava questa frase: “L’unico Paese al mondo dove esistono dieci vaccini obbligatori è l’Italia. Ti curano obbligatoriamente, sei obbligato a curarti. Il principio è: prendi un bambino sano e inoculagli un virus per abituarlo e si abbassano le difese immunitarie”.

Per contrappasso, i no vax oggi si sentono traditi dal M5s e la stessa aggressività riservata ad altri un tempo oggi viene riversata contro i Cinque stelle. “Giornalisti picchiati, attivisti del M5s aggrediti ai gazebo, ora persino minacce di morte a Di Maio. La degenerazione nel mondo dei No Vax e No Green Pass va fermata con azioni penali e smettendola di alimentare il populismo antiscientifico”, dice Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Affari Esteri. Proprio quel populismo antiscientifico che ha fatto assai comodo ai vari Di Stefano per entrare in Parlamento.