
La Orlandi nei panni di tecnico di laboratorio
Larciano (Pistoia), 26 aprile 2020 - Il passato non si dimentica facilmente, il presente è prezioso, il futuro potrebbe essere il congiungimento tra passato e presente. Un calcio al virus. Dalla Valdinievole un’altra bella storia di sport al tempo della pandemia di Covid-19. È quella della 28enne Samantha Orlandi, nata a Pistoia e residente a Larciano. Calciatrice in anno sabbatico, ex di RB Montecatini, Real Aglianese, Pisa e Giovani Granata Monsummano. Samantha diplomatasi al Liceo scientifico Salutati di Montecatini Terme si è laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico all’Università di Pisa e, dopo le esperienze alla “Stella Maris” di Calambrone e negli ospedali di Pontedera e Volterra, lavora come tecnico di laboratorio all’Officina trasfusionale a Cisanello.
Il suo gruppo, che conta una quindicina di persone, “lavora il sangue e plasma dell’Azienda Usl Toscana Area Vasta Nord Ovest (province di Massa, Livorno, Pisa e Lucca) e in più ha iniziato a produrre il plasma convalescente. È il primo autorizzato in Toscana, speriamo bene”, fa sapere soddisfatta. “Al momento sono immersa nel lavoro e un po’ destabilizzata dalla situazione, però non mi posso lamentare: faccio quello che mi piace, per cui ho studiato”. Babbo Orlando e mamma Stefania, tifosissimi, ne sono giustamente orgogliosi.
“Ho incominciato a lavorare poco dopo essermi laureata – racconta –: sono ormai 5 anni. Ora sono dedita esclusivamente al lavoro, per il gioco del pallone mi sono presa un anno di pausa”. Difensore centrale di indubbio valore, arrivata sino alla serie B ai tempi di Agliana, la scorsa stagione ha indossato la maglia dei Giovani Granata Monsummano. Poi un problema di salute, risolto felicemente, e la scelta di non proseguire nonostante le richieste e, soprattutto, un’Unione Montalbano che vola nella sua… Larciano. “Conosco bene l’allenatore, Nico Mattioli: confesso, che la scorsa estate parlai anche con lui. Nello spogliatoio del Montalbano c’è gran parte di Monsummano: atlete che con cui ho avuto modo di giocare assieme. Il calcio un po’ mi manca: nel prossimo futuro, chissà che non riprenda”.
Gli orari lavorativi, d’altronde, non glielo impedirebbero. “Facciamo turni di 6 ore, mattina o pomeriggio, con una domenica su cinque di reperibilità. I miei, specie la mamma, mi hanno sempre seguita nelle mie gesta pallonare. I ricordi più belli? Tanti, anche il terzo posto da capitano della Rappresentativa Toscana al Torneo delle Regioni”. Ma ora, assieme ai suoi colleghi, ha un compito più grande: contribuire a salvare vite umane. “L’utilizzazione a scopo terapeutico del plasma iperimmune di pazienti convalescenti e guariti dal Covid-19 sui malati critici con polmonite in ventilazione assistita – spiega –. Se ci sono rischi per noi tecnici che lavoriamo il sangue di pazienti convalescenti guariti? Direi proprio di no. Peggio è quando siamo alle prese col sangue di persone sane, che magari dopo qualche giorno risultano positive al virus. Ma è tanto l’amore per quello che facciamo, che non è il caso di temere”. Un capitano è coraggioso per antonomasia e Samantha, un tempo scelta pure quale persona incaricata di parlare a nome della squadra nelle occasioni pubbliche, ne è la conferma tangibile.
Gianluca Barni