Sit-in a Monsummano per la ragazza suicida

"Lei era un modello per noi"

Sit-in a Monsummano per la ragazza suicida

Sit-in a Monsummano per la ragazza suicida

Monsummano Terme (Pistoia), 7 ottobre  2019 - «Si è tolta la vita a 21 anni, la stessa età che avevo io quando sono arrivata in Italia e vedevo tutto un mondo aperto davanti a me. Lei rappresentava per tutti noi la speranza di poter studiare e avere una posizione come voi. Mio figlio ha 8 anni e subisce atti di bullismo a scuola, ma come a lui succede anche a tanti bimbi italiani».

Con l’accento di chi ha imparato il toscano prima ancora dell’italiano quando è giunto nel nostro Paese, Habiba Hassoui, amica della famiglia della studentessa universitaria di origini marocchine che poche settimane fa si è tolta la vita a Monsummano, dietro lo spettro dei commenti razzisti e bulli, ha spiegato chiaramente il sentimento di sgomento che pervade la comunità magrebina nella nostra zona. L’occasione di confronto è stata fornita dal sit-in contro il bullismo organizzato ieri pomerggio dalla Cisl Toscana Nord, rappresentata ieri da Alessandra Biagini, Associazione nazionale oltre le frontiere Anolf, Anteas, Unione marocchini nel mondo Europa Umme- Italia, oltre al Comune di Monsummano. Nonostante la bella domenica che invitava alla classica gita fuoriporta, oltre un centinaio di persone hanno voluto partecipare alla manifestazione interculturale che si è tenuta ieri pomeriggio alle 16 proprio davanti la basilica della Madonna della Fontenova ed a cui hanno presenziato tutte le autorità civili locali e regionali e un numero oltremisura di politici. Tra questi, i rappresentanti del consiglio regionale come Marco Niccolai e Massimo Baldi, l’assessore regionale Federica Fratoni e un segno è stato portato anche da Luciana Bartolini, esponente della Lega degli slogan «prima gli italiani» che si è espressa con parole durissime verso la piaga del bullismo.

«Ringrazio il padre della giovane studentessa – ha detto Fratoni – per essere qui, ma sento forte il senso di fallimento, per chi amministra una comunità, per non aver saputo difendere una figlia da un pericolo. Dovremmo tutti cominciare ad abbassare un po’ tutti i toni. Impariamo a portare rispetto, il mondo deve essere un luogo sicuro per le diversità». Insieme a lei anche Sofian Aboulmachayl, della Federazione degli studenti, e poi ancora i volontari della Misericordia, che sono intervenuti in quel drammatico giorno e i colleghi della Pubblica Assistenza e tanti cittadini che si sono stretti intorno al padre, presente, della giovane. Arianna Fisicaro