REDAZIONE MASSA CARRARA

Papà Davide apre la saga dei Del Nero

In bianconero anche i figli Simone che ha giocato nella Lazio in serie A e Manuele. “Arrivai a fine carriera con guai al ginocchio“

Alla Massese la famiglia Del Nero ha fatto "tripletta". Papà Davide è stato l’apripista in maglia bianconera, seguito dai figli Manuele e Simone. "Sono arrivato alla Massese a fine carriera – racconta il capo-famiglia – e venivo da un infortunio al ginocchio. Ero già quasi "alla frutta" perché se mi toglievi rapidità e scatto perdevo gran parte del mio potenziale. Eppure in quello squadrone facemmo bene e riportammo il pubblico allo stadio. Era un gruppo dai valori incredibili, forte in ogni reparto. Quando trovammo l’amalgama facemmo un girone di ritorno importante a livello di risultati. Con alcuni compagni si continua a dire che se il presidente avesse mantenuto quella squadra l’anno successivo con un paio di rinforzi in C2 non avrebbe avuto rivali. Di Domenico e Massimo Bertoneri, comunque, serbo un bellissimo ricordo. Con me sono state persone correttissime. In panchina c’era un giovane Baldini. Si vedeva che era un allenatore vero. E’ stato il migliore che ho avuto, un innovatore. Il primo in Italia che ha portato quel 4-2-3-1 di cui ero talmente innamorato da riproporre nelle mie squadre giovanili". Dopo Davide il testimone è passato al figlio minore Manuele. "Devo ringraziare il ds Giovannini per la sua chiamata – ricorda -. Mi ha dato la possibilità di far parte di un’annata irripetibile giocando in una Massese impossibile da ritrovare in serie D. Arrivai a novembre dal Cuneo. Feci fatica ad entrare in una squadra già collaudata e di grande personalità. Pian piano sono entrato nelle rotazioni del mister. Arrivammo in fondo a tutte e tre le competizioni giocando tutti senza che si sentisse la differenza. A Castellammare mi feci un po’ prendere dall’emozione ma avevo solo 18 anni. A fine anno sarei rimasto volentieri ma ero dello Spezia e dovetti tornare alla base". Simone è stato l’ultimo a giocare con la Massese. "A Massa mi sono sempre trovato bene e mi sarebbe piaciuto finire lì la carriera ma non è stato possibile. C’erano sempre problemi fuori dal campo, non si capiva mai cosa si sarebbe fatto l’anno dopo. Non riuscivano a programmare un percorso. Il primo anno ho esordito a gennaio col Forcoli. All’inizio ero un po’ in difficoltà. Arrivavo dall’esperienza in Malesia e senza preparazione. In più non conoscevo la categoria e pensavo fosse più facile. Il secondo anno è stato il migliore a livello personale. Avevamo una grande squadra e pensavamo di vincere a mani basse. Il terzo anno mi sono infortunato al tallone e sono tornato dopo 8 mesi con Pinna in panchina. Nell’ultimo mi chiamò Zanetti, partimmo bene poi dopo Ligorna vennero fuori i soliti problemi".

Gianluca Bondielli