"Strappati al bullismo 12 ragazzi" Se l’incubo serpeggia tra i banchi

Proseguono le iniziative della polizia municipale nelle scuole. Vitali: "Fondamentale il dialogo costante"

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Informare e responsabilizzare i giovani per far capire loro che le istituzioni sono vicine e per prevenire devianze, bullismo e comportamenti che possano mettere in pericolo la sicurezza dei ragazzi e non solo. E magari riuscire a salvare 12 ragazzi da questo incubo. Proseguono gli iniziative fra le scuole e la polizia municipale, che da dicembre ad aprile incontrerà 80 classi del comprensorio fra scuole medie e superiori per un totale di oltre 1600 studenti. Cyberbullismo, autolesionismo, devianze e femminicidio, ma anche dialogo e responsabilizzazione i temi al centro delle lezioni, durante le quali i ragazzi possono parlare con Laura Crapanzano, criminologa della Polizia Municipale, raccontando anche i problemi personali e capendo i migliori percorsi per risolverli. "Sono tematiche importanti – sottolinea il comandante Giuliano Vitali, che fa il punto sull’anno appena trascorso –. In un periodo come quello attuale, dove tutto ciò che è diverso rappresenta una minaccia, è giusto far capire che la diversità migliora la società. In questo territorio il tessuto sociale è attivo, troviamo nelle famiglie un interlocutore. Queste attività di prevenzione e formazione, quindi, svolgono un ruolo importante".

"Dopo le lezioni – spiega Crapanzano –, molti ragazzi si dimostrano interessati e si crea così quel dialogo che vogliamo istituire fra giovani e istituzioni. Ci troviamo di fronte a numerosi casi di autolesionismo fra gli studenti delle medie, che alle superiori possono anche sfociare in bulimia e anoressia". A provocare questi gesti sono le situazioni di disagio e all’interno della classe: "Molti ragazzi non si sentono accettati dai compagni, subiscono atti di bullismo e di conseguenza si isolano.Rivolgetevi agli adulti e alle istituzioni, molti genitori non sono a conoscenza delle situazioni dei propri figli". Anche per questo, spesso, sono i professori, che frequentano corsi di aggiornamento organizzati dalla Pm, e i dirigenti scolastici a notare i disagi e a rivolgersi alle istituzioni, che intervengono tempestivamente: "La polizia municipale – aggiunge Vitali – è vista soprattutto per l’aspetto sanzionatorio, ma le attività principali devono essere quelle di prevenzione e formazione. Per questo, la prima cosa che facciamo quando siamo chiamati dalle scuole è la creazione di un dialogo con i ragazzi. I nostri sono interventi non repressivi, ma propedeutici ad evitare l’estremizzazione". Fondamentale anche il coinvolgimento dei genitori: "Quando si notano situazioni di disagio – evidenzia la criminologa – le istituzioni fanno rete e coinvolgono i genitori, così da inserire il ragazzo in una situazione di controllo familiare. Diamo una mano ai genitori a capire le necessità dei propri figli e le cause del disagio. È difficile entrare nell’intimità delle famiglie, ma nel caso 12 minorenni siamo riusciti a sistemare le situazioni prima che potessero degenerare".

Alessandro Salvetti