"Rovinato fra debiti e pochi ristori": il grido delle guide

Le aziende che portano i turisti alle cave sono sul lastrico. Il titolare del Tau: "Qui mangiava la mia famiglia e tre segretarie"

Gabriele Giuntoni, titolare delle guide del Tau

Gabriele Giuntoni, titolare delle guide del Tau

di Cristina Lorenzi

"Siamo tutti fermi". Non solo Covid, ma anche strade del monte chiuse che hanno mandato a gambe all’aria le aziende dei tour alle cave. Il grido di disperazione viene da Gabriele Giuntoni, delle guide del Tau che opera nelle cave da oltre 20 anni e che lì ha costruito il futuro suo e della sua famiglia. Viaggi sulle bianche pendici con turisti da tutto il mondo, clienti del marmo e chiunque per svago o per lavoro dovesse recarsi nelle impervie vie del monte.

"A 63 anni – spiega Giuntoni – mi ritrovo senza un soldo e con un’azienda che non so nemmeno se potrà ripartire. Nella mia vita non ho mai contratto un debito. Adesso ho dato fondo a tutti i risparmi, ho fatto un prestito per poter mangiare e non so più come fare. La mia azienda – spiega l’imprenditore – dava lavoro a mia moglie e mia figlia oltre a tre segretarie che adesso sono in cassa integrazione. Il colpo di grazia lo ha dato il Covid, ma qui a Carrara i problemi risalgono a ben prima. Nel 2019 la strada chiusa per Colonnata ha dimezzato i fatturati. I ristori si basano sulle entrate di quell’anno così siamo sul lastrico. Anche i ristori sono stati una presa in giro: si basano sul 60 per cento del fatturato dell’anno precedente. Così abbiamo ricevuto in un anno 4500 euro. Cosa mi risolvono? Inoltre il ministro Franceschini non ci ha inserito fra le categorie a rischio. Ci hanno messo con le agenzie di viaggi che secondo loro possono continuare a vendere. Ci domandiamo a chi vendiamo e soprattutto cosa vendiamo in un mondo paralizzato. Soltanto Draghi ha riconosciuto i ristori per noi e abbiamo ricevuto quella misera cifra che certo non ci risolve alcun problema. Abbiamo dato fondo a tutti i risparmi e adesso siamo sul lastrico. Siamo disperati. Non solo siamo pieni di debiti per poter mangiare, ma anche non abbiamo alcuna speranza per il futuro. Aver chiuso la strada per Colonnata ci ha creato una forte contrazione nei nostri viaggi che sono poi colati definitivamente a picco con il Covid".

Un settore quello del turismo che aspetta di ripartire ma dove le aziende sono ridotte al nocciolo e non si sa se riusciranno a far fronte a continui colpi di mannaia che certo rendono difficile ogni tentativo di ripartenza.